Ricerca, rettori in campo
contro il superfondo per l'Iit

Il presidente della Crui e rettore della Federico II Gaetano Manfredi
Il presidente della Crui e rettore della Federico II Gaetano Manfredi
di Marco Esposito
Martedì 31 Maggio 2016, 15:51 - Ultimo agg. 16:46
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Non è stata una reazione a caldo, ma meditata. E però la reazione è arrivata. La Crui, cioè la Conferenza dei rettori delle università italiane, ha scritto al governo per definire «inopportuna» la scelta di assegnare 1,5 miliardi di euro in dieci anni all'istituto Iit di Genova, di natura privata, per un progetto di ricerca nell'ex area Expo di Milano chiamato Human Technopole. A firmare il testo, moderato nei toni ma duro nei contenuti, è il rettore della Federico II Gaetano Manfredi, presidente della Crui. «Riteniamo inopportuno - si legge nel passo centrale della lettera - attribuire governo e direzione di un tal progetto ad un unico soggetto, di natura privata e individuato senza alcuna valutazione comparativa». 

Il 25 novembre 2015, con il decreto legge n. 185 recante Misure urgenti per interventi nel territorio, sono stati stanziati i primi fondi per il progetto HT. Al comma 2 dell’art. 5 del decreto si legge che «è attribuito all’Istituto Italiano di tecnologia un primo contributo di 80 milioni di euro per l’anno 2015 per la realizzazione di un progetto scientifico e di ricerca, sentiti gli enti territoriali e le principali istituzioni scientifiche interessate» e che «IIT elabora un progetto esecutivo che è approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze». Il decreto del governo è poi stato convertito senza modifiche relative ai passi in questione con legge del 22 gennaio 2016, n. 9.

Ecco il testo integrale della lettera indirizzata al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini. 

«Onorevole Presidente, Onorevole Ministro,
con l’adozione del Piano Nazionale della Ricerca (PNR) 2015-2020 sono state sbloccate risorse, che sebbene ancora inferiori alla media europea ed alle necessità di un settore cruciale per il Paese, sono un segnale concreto di svolta, anche per la focalizzazione degli obiettivi e la concentrazione in aree di intervento. Ma soprattutto è stato riaffermato, con convincimento, il legame virtuoso fra lavoro, ricerca e sviluppo, nonché la necessità di investire con intelligenza e lungimiranza su capitale umano e infrastrutture di ricerca. 
Una strategia che connota anche l’ambizioso, seppur embrionale, progetto Human Technopole (HT), che potrà, con le opportune misure, rappresentare insieme al PNR un’innovativa esperienza di governo e di valorizzazione della ricerca italiana.
Come Conferenza dei Rettori delle Università italiane intendiamo contribuire al conseguimento degli obiettivi del PNR e al successo del HT. Siamo convinti che una grande infrastruttura scientifica sui temi della salute e della qualità della vita, come quella proposta con il progetto HT, debba fare leva sulle migliori espressioni ed istituzioni della ricerca e dell’innovazione del Paese rappresentando un’imperdibile occasione di rilancio, recupero e riscatto. 
Urge, quindi, che il PNR e lo HT diventino laboratori di good governance, ovvero modelli di gestione intelligente, efficace e sostenibile della ricerca pubblica e privata. Per questo, devono essere adottati regole, criteri e metodi riconosciuti ed applicati dalla comunità scientifica internazionale e riassumibili in un concetto chiave: la valutazione competitiva dei migliori progetti e candidati. E’ pertanto auspicabile convergere su una gestione di HT che eviti i rischi della frammentazione e della dispersione delle risorse, ma al contempo che selezioni il meglio per il Paese con valutazioni comparative delle proposte, delle compagini progettuali e delle macro-aree di intervento.
Per l’ambizione degli obiettivi e la portata degli interventi, Human Technopole può andare oltre i progetti di ricerca e le grandi infrastrutture scientifiche: può diventare un incubatore di buone pratiche, una sfida di modernità che interesserà il presente e il futuro di luoghi, istituzioni, imprese, cittadini. È un leading edge project su cui inevitabilmente saranno misurate e valutate la credibilità, la qualità e lo spessore dell’annunciato cambio di passo politico, ma anche l’efficacia della conoscenza posta al centro del cambiamento, a motore di innovazione.
Riteniamo inopportuno attribuire governo e direzione di un tal progetto ad un unico soggetto, di natura privata e individuato senza alcuna valutazione comparativa. Se tale indirizzo è stato assunto temendo l’eccessiva complessità e farraginosità in cui operano la ricerca e le università pubbliche, allora il progetto HT diventi la leva per cambiare le regole, per tutti e subito, in modo da potersi confrontare e misurare sullo spessore e sul valore delle idee e dei progetti. Anche proposte gestionali che prevedano una collaborazione pubblico-privata possono essere nuovi strumenti di coinvolgimento e responsabilizzazione del sistema pubblico della ricerca, quel sistema che già oggi permette all’Italia di essere nelle prime posizioni al mondo per produttività di ricerca scientifica.
Siamo certi che la sensibilità e l’attenzione mostrate da questo Governo sapranno interpretare al meglio questa visione, alla quale la CRUI intende collaborare con impegno e passione.
Con i migliori saluti».
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