Giachetti-Raggi, 5 punti-chiave per decidere sulla Capitale

LE PROPOSTE PER CAMBIARE VOLTO ALLA CAPITALE
Giachetti
Tenere il discorso sul terreno delle cose da fare. Olimpiadi? Sì. Più illuminazione in città? Sì. Più autobus? Sì. Un prestito da parte del tesoro per aiutare lo smaltimento del debito di Roma? Sì. «Si governa con i sì e non con i no», è il cuore della proposta Giachetti. L’«usato sicuro» vuole dimostrare che sa già dove mettere le mani.

Raggi
Ha evitato di puntare su proposte forti, per non essere divisiva e raccogliere il consenso di tutti e poi si vedrà. «Sceglieranno i cittadini», è il suo mantra sulle Olimpiadi e su molto altro. La vera proposta è quella dell’onestà-onestà-onestà. Scandita tre volte, o ventimila, l’onestà soltanto se accoppiata alla capacità potrà avere un suo senso. Anche morale.


TRASPARENZA: QUANTO CONTANO LE STORIE PERSONALI
Giachetti
«Per me parla la mia storia». Oppure: «Sono nudo e crudo». Così Giachetti rivendica la propria limpidezza di percorso e il pannellismo da cui proviene vale, secondo lui, come garanzia personale e politica. Però la sua trasparenza ha vacillato mediaticamente, quando gli è stata chiesta chiarezza sui due immobili di campagna che possiede a Subiaco.

Raggi
Fin dall’inizio si è rivelato il punto debole della Raggi. Deficit di trasparenza sul praticantato allo studio Previti, sulla presidenza di una società legata a Panzironi (arrestato per Mafia Capitale), sul contratto con la Asl di Civitavecchia e sulla fedeltà ai dettami della Casaleggio Associati. Opachi (come minimo) sono gli altri è il refrain della Raggi. Ma tra gli altri sembra rientrare anche lei.


LA SQUADRA, TRA ANNUNCI, RINVII E CARTE COPERTE
Giachetti
Un po’ vintage (Livia Turco), un po’ alla Marino inteso come il Marziano (il ripescaggio della ex assessora Scozzese) , ma Giachetti sulla formazione da mettere è stato rapido e non incerto. Sabella l’uomo forte, Sinibaldi alla cultura. Se la politica la incarni subito in una serie di volti, diventa agli occhi dei cittadini meno impalpabile e più giudicabile

Raggi
Ha più volte annunciato, e rinviato, l’annuncio. A causa delle raffiche di no ricevuti. A riprova di un isolamento del grillismo, rispetto al mondo delle culture e delle eccellenze, finora perseguito come segno distintivo ma adesso rivelatosi un notevole handicap. Fra i nomi sicuri in squadra: un architetto di Rifondazione Comunista e un giocatore di rugby.

 
COMUNICAZIONE: LE DIVERSE STRATEGIE DI LEADERSHIP
Giachetti
Colloquiale, anche troppo. Ma sulla base di esperienza e competenza. Lo stile comunicativo di Giachetti ha dovuto supplire a un handicap del candidato: quello di appartenere al brand Pd che a Roma ha significato (anche) poteri marci. Ma nei confronti tivvù, giocando la carta pragmatica egli ha messo a nudo le carenze programmatiche dell’avversaria.

Raggi
La tecnica della sottrazione. Sia nei faccia a faccia - da lei poco frequentati - sia dal punto di vista del carisma e della leadership volontariamente o involontariamente non esibiti. Ma poi, al momento della prova governo, se la forza della presenza, delle convinzioni e della guida non emergono con decisione, a farne le spese è la collettività.


TRA NOVITÀ E NUOVISMO: TECNICHE DI CAMBIAMENTO
Giachetti
Si può essere un politico, anzi un politico di professione, senza odorare di apparato e di imbroglio. E’ una bestemmia questa? Nell’Italia del rigetto anti-casta questa è stata la scommessa di Giachetti. A cui va dato atto di avere sfidato, nel corso della campagna elettorale, lo spirito del tempo e il populismo che non è solo grillino.

Raggi
Il nuovismo che vale di per sè. Ecco la principale carta Raggi. Gli altri hanno fallito, e sarà impossibile fare peggio di loro. L’appeal di questa impostazione risulta evidente dalla mole di consensi ottenuti da Virginia. L’illibatezza politica, o meglio anti-politica, andrà provata nei fatti. Intanto funge da lievito per una sorta di rivolta di popolo.