Braccio di ferro tra il Papa e il Patriarca armeno poi la firma su un documento comune, c'è bisogno di pane e non di armi

Braccio di ferro tra il Papa e il Patriarca armeno poi la firma su un documento comune, c'è bisogno di pane e non di armi
di Franca Giansoldati
Domenica 26 Giugno 2016, 11:50 - Ultimo agg. 12:16
2 Minuti di Lettura
L'unità dei cristiani resta una impresa in salita, per certi versi un miraggio, tuttavia la visita di Papa Francesco in Armenia ha prodotto qualche passo in avanti. Anzi. Come ha detto lui stesso a Etchmiadzin - il 'vaticano' armeno, dove ha sede la chiesa gregoriana e il patriarcato di Karekin II, «seguiamo la chiamata di Dio alla piena comunione e 
acceleriamo il passo perso di essa».

«Lo Spirito Santo 
faccia dei credenti un cuore solo e un’anima sola: venga a 
rifondarci nell’unità». Un primo segnale di un importante avvicinamento è stato il superamento di un vero e proprio garbuglio ecumenico: la dichiarazione comune tra Karekin II e Francesco, un testo che era stato inizialmente annunciato, poi cancellato e infine tenuto a bagno maria fino a ieri sera. Sottoposto a pressioni e tira e molla, scritto e riscritto diverse volte, fino alla soluzione di quest'oggi con la firma congiunta. Un bel risultato viste le premesse della vigilia quando il patriarca Karekin II aveva fatto sapere al “fratello” Francesco che, se nel testo non ci fosse stato un cenno esplicito al genocidio e alla guerra in Nagorno Karabakh, non avrebbe firmato nulla.

Qualcosa in questi giorni è successo. Forse una scintilla umana capace di sciogliere le diffidenze, le ritrosie, i dubbi. Forse il clima di familiarità che si è venuto a creare tra il patriarca e il Papa che hanno abitato sotto lo stesso tetto, per tre giorni. Karekin gli ha anche ceduto la sua stanza, esattamente come aveva fatto anche con Wojtyla nel 2001. Francesco poteva leggere il breviario guardando l'Ararat dalla finestra.

«La Chiesa armena cammini in pace e la comunione tra noi sia 
piena. In tutti sorga un forte anelito all’unità, a un’unita’ che 
non deve essere ne’ sottomissione l’uno dell’altro, ne’ 
assorbimento, ma piuttosto accoglienza di tutti i doni che Dio 
ha dato a ciascuno per manifestare al mondo intero il grande 
mistero della salvezza realizzato da Cristo Signore per mezzo 
dello Spirito Santo’», ha ripetendo Francesco nella liturgia comune. quanto da 
lui detto il 30 novembre 2014 a Istanbul durante la divina 
liturgia .

«Tendiamo l’orecchio alle giovani generazioni, che implorano 
un futuro libero dalle divisioni del passato». La divisione con la Chiesa apostolica armena risale al V secolo, visto che non partecipò al Concilio di Calcedonia, convocato per combattere il monofisismo. Insomma una spaccatura che risale alla notte dei tempi. Di fatto tra la Chiesa armena e quella cattolica non ci sono grosse differenze. Vi è lo stesso dogma, gli stessi riti, le medesime preghiere. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA