La Cina dona al Papa due quadri a nome del popolo cinese

La Cina dona al Papa due quadri a nome del popolo cinese
di Franca Giansoldati
Giovedì 1 Giugno 2017, 15:45 - Ultimo agg. 16:36
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Città del Vaticano La diplomazia dell’arte sbriciola i muri, in questo caso persino le pietre della Grande Muraglia cinese. I segnali di distensione tra il Vaticano e Pechino continuano, costanti e pazienti. L’arte, in questo contesto, si è ritagliata una parte importante. Proprio in questi giorni sono stati ricevuti dal Papa i vertici del fondo culturale cinese CCIIF (Chinese Culture Industrial Investment Fund) e il maestro Zhang Yan, uno dei più noti artisti cinesi che ha donato a Francesco due sue opere, a nome del popolo cinese. La visita è stata particolarmente rilevante perchè il Fondo dipende direttamente Ministero delle Finanze della Repubblica Popolare Cinese e ha il compito di promuovere e divulgare la cultura tradizionale cinese. Si è trattato di un gesto di apertura fino a qualche anno fa impensabile. I passi per la normalizzazione dei rapporti bilaterali avanzano.La strada è lunga ma nessuno si scoraggia. I cinesi hanno molto apprezzato il gesto di Bergoglio fatto il 14 agosto 2014, quando sorvolando la Cina in volo verso Seul, aveva indirizzato un telegramma al popolo cinese invocando «la divina benedizione per la pace e il benessere della nazione». Un gesto amichevole che ha accelerato un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali tra il Vaticano e la Cina. Le due opere d’arte, realizzate con pittura ad olio, riflettono la vera essenza dell’uomo che tende alla trascendenza, fuori dallo spazio e dal tempo.
 
Il primo dipinto (che risale al 1993), intitolato “Iron Staff Lama”, dimostra come è proprio la fisicità materiale che rimanda all’esperienza spirituale, e proprio partendo da questa dimensione trascendente, anche ciò che è effimero, materia, carne, assume significato di purezza e dignità.
 
La seconda opera (del 2013), intitolata “The Cradling Arm” è un abbraccio tra la madre e la figlia e sullo sfondo distese e promontori, la natura, la riserva all’umanità che genera vita. L’attenzione alle radici etiche e spirituali dei pro­blemi ambientali, che ci invitano a cercare solu­zioni non solo nella tecnica, ma anche in un cam­biamento dell’essere umano, perché altrimenti affronteremmo soltanto i sintomi.
 
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