Ricoverato per una crisi gastrointestinale, anziano trascorre la notte sulla barella

Ricoverato per una crisi gastrointestinale, anziano trascorre la notte sulla barella
di Nello Ferrigno
Domenica 4 Gennaio 2015, 22:14 - Ultimo agg. 5 Gennaio, 09:38
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NOCERA INFERIORE - È raggomitolato su se stesso in un letto che sembra essere enorme rispetto alle sue fattezze. Sembra volersi proteggere chissà da cosa. Forse anche dall’indifferenza che lo circonda. Sono le 18 di una domenica pomeriggio, l’ultima di queste feste. Da pochi minuti le porte del reparto di nefrologia dell’ospedale Umberto I sono state aperte per le visite agli ammalati. Sono in tanti ad attendere di poter salutare i loro cari. Per G.P., un uomo di 77 anni nato a Nocera Superiore, non c’è nessuno. La stanza 404 al quarto piano dell’ospedale si riempie di persone. Tutti lanciano uno sguardo verso quell’uomo visibilmente denutrito, viso scavato, barba incolta. Sulle braccia denudate macchie biancastre forse dovute alla psoriasi. Sulla schiena piaghe da decubito. Dorme profondamente. È in quel letto dalla mattina di domenica.

Proviene dal pronto soccorso. Sabato sera era stato portato da un’autoambulanza del servizio di emergenza 118. Accusava dolore al petto e disturbi gastrointestinali. Sarebbe rimasto sulla barella per l’intera notte. Così racconta un infermiere. Era quasi nudo, indossava un pannolone per l’incontinenza. L’uomo era avvolto in un foglio di cellophane prima che un ausiliario dell’ospedale lo coprisse con un lenzuolo ed una coperta. Ieri mattina è stato trasferito in reparto, nefrologia. C’era un posto letto libero. I medici, quando lo hanno visitato, avrebbero chiesto ai colleghi del pronto soccorso il motivo di una così lunga degenza in una stanza al piano terra. Forse sarebbe stato opportuno iniziare immediatamente una terapia. Sulla cartella clinica dell’ammalato poche notizie

Dati anagrafici; luogo di nascita, Nocera Superiore; residenza in via della Libertà a Roccapiemonte; diagnosi al momento del ricovero, anamnesi con «insufficienza cognitiva ed organica». Per questo motivo era affidato ai servizi socio assistenziali e psichiatrici. In quella cartella clinica non c’è altro. Nemmeno da dove proviene l’ammalato. Gli stessi operatori sanitari sembrano brancolare nel buio. In casi di emergenza a chi farete capo? «Chiameremo i servizi sociali, non è la prima volta». Sembra essere un giallo. Un infermiere dice che è un ospite di una residenza sanitaria assistita a Roccapiemonte. Il riscontro, però, è negativo. Dalle tre strutture presenti nella cittadina non è partita nessuna richiesta di soccorso. Difficile, complice il giorno festivo ed i cambi di turno, avere delle certezze. Al pronto soccorso impossibile raccogliere informazioni, sono troppo indaffarati. Il lavoro non manca in un ospedale ormai di frontiera. Inutile cercare di avere una spiegazione dai vertici ospedalieri ed aziendali. Tra segreterie telefoniche e un messaggio affidato ad un social network «non so nulla, tra l’altro non posso sapere tutto quello che accade nei dieci pronto soccorso dell’azienda. Verificherò se il paziente è stato gestito al meglio. Mi sembra strano anche perché a Nocera abbiamo l’Obi (osservazione breve intensiva)», l’Asl risolve così, al momento, la vicenda.






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