Abusata da bambina va in tribunale
e riconosce l’orco dopo 40 anni

Abusata da bambina va in tribunale e riconosce l’orco dopo 40 anni
di ​Petronilla Carillo
Venerdì 19 Maggio 2017, 06:15 - Ultimo agg. 09:25
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Il palazzo degli orrori. A Salerno, in un quartiere insospettabile, abitato da persone insospettabili. Eppure quelle mura ne avrebbero viste tante. E ne avrebbero anche sentite tante. Bambini violati nella loro sfera sessuale, abusati e obbligati al silenzio. Come quello di una giovane donna che, dopo quarant’anni, chiamata in Procura in qualità di possibile testimone, ha trovato il coraggio di denunciare dopo anni le violenze subite da quello stesso uomo e consentendo al sostituto procuratore Roberto Penna di riaprire il fascicolo a carico dell’anziano dopo che il gip gli aveva rigettato la richiesta di arresto. L’ipotesi di reato a suo carico è di abusi sessuali su due fratellini che vivono con i loro genitori in quel palazzo. 

Quanto accaduto in quel condominio non è altro che uno spaccato di via di provincia dove tutti si conoscono e dove, dietro un apparente perbenismo, si nascondono crimini terribili che vedono, ancora una volta, vittime i piccini. È stata proprio la testimonianza di una giovane donna che vive in quel palazzo da quando è nata a consentire al sostituto procuratore Penna di trovare altre prove per incastrare il presunto pedofilo e di predisporre un nuovo incidente probatorio. Una testimonianza importante, venuta fuori quasi per caso durante un approfondimento di indagini per presentare appello al Riesame contro il rigetto della richiesta di arresto ma che ha aperto un nuovo scenario. Tutto da approfondire. A partire proprio dal racconto dei due bambini e dalla necessitò di verificare se ci siano anche altre vittime.

La storia ha inizio con la denuncia dei genitori dei due bambini che puntano l’indice contro un condomine del palazzo accusandolo di violenze nei confronti dei loro due figli, un maschietto ed una femminuccia. I due bambini vengono invitati in Procura per essere sentiti alla presenza di una psicologa. Il maschietto, però, difronte a tutto quel parterre di persone si rifiuta di parlare. Il suo sguardo, però, finisce su un pallone della Salernitana che il magistrato ha nel suo ufficio ed inizia a fare domande su quel pallone. Allora il sostituto procuratore gli prende quel pallone e lo invita giocare con lui nel corridoio della Procura riuscendo così a carpire la fiducia del piccolo.
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