Aeroporto, diffida milionaria al ministero

Aeroporto, diffida milionaria al ministero
di Diletta Turco
Giovedì 5 Febbraio 2015, 23:06 - Ultimo agg. 6 Febbraio, 09:13
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SALERNO - Un danno stimato di circa cento milioni di euro. Tra vecchi investimenti, nuovi fondi per la pista e il servizio antincendio. Non usa mezzi termini Antonio Ilardi, presidente di Aeroporto di Salerno spa nel commentare le motivazioni che hanno spinto i vertici dello scalo ad inviare una diffida al ministero dell’Economia e delle Finanze affinché esprima il prima possibile il suo parere favorevole alla concessione definitiva dello scalo.

L’iter interministeriale è bloccato da tempo, dopo che solo il ministero dei Trasporti ha dato il proprio ok al completamento del procedimento, che, di fatto, renderà lo scalo salernitano un vero e proprio aeroporto per i prossimi venti anni. Il parere del Mef, infatti, ancora non è stato ufficializzato. Perché compito di questo ministero è l’analisi della storia e del presente economico finanziaria dell’aeroporto, messa da mesi sotto la lente d’ingrandimento.

«Tale diffida – si legge in una nota ufficiale della società di gestione dello scalo salernitano - si è resa necessaria a seguito del perdurante rallentamento procedurale verificato presso il suddetto Ministero mentre, al contrario, l’Enac ha già reso il proprio parere favorevole il 9 novembre 2014 e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha reso il proprio parere, pur esso favorevole, in data 24 dicembre 2014».

Resta, dunque, solo questo tassello per completare il percorso che metterà, poi, sul mercato, un aeroporto più appetibile e «sicuro» per i privati che vorranno rilevare il 65 per cento delle quote di Aeroporto di Salerno spa, visto che la nuova scadenza del bando di privatizzazione è fissata, adesso, per il 31 maggio.

«È del tutto incomprensibile ed immotivato – puntualizza il presidente della società Antonio Ilardi - il costante differimento della positiva conclusione dell’iter amministrativo relativo all’aeroporto salernitano, il cui mancato perfezionamento dipende unicamente da una non corretta gestione del potere pubblico procedurale, in contrasto con il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. Tale rallentamento - prosegue Ilardi - è stato provocato negli ultimi due anni dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ed è del tutto incompatibile con gli stringenti tempi contemplati dal decreto Sblocca Italia». Per il Ilardi, il ministero «rischia, quindi, di generare un danno enorme alla società rinvenibile nella perdita degli oltre 50 milioni di euro già investiti; nella revoca dei 40 milioni di euro previsti a suo favore dal decreto; nei mancati ricavi derivanti dalla immotivata perdurante condizione di gestione parziale precaria; nei maggiori costi per il diretto espletamento del servizio antincendio, pur essi cagionati dalla già citata condizione di gestione parziale precaria; per un totale di oltre 100 milioni di euro». La diffida, stando a quanto detto da Ilardi, non sarebbe l’unico passo.






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