Ricostruzione e risarcimenti, diciotto anni dopo la frana Sarno ancora non riparte

Ricostruzione e risarcimenti, diciotto anni dopo la frana Sarno ancora non riparte
di Rossella Liguori
Giovedì 5 Maggio 2016, 07:10 - Ultimo agg. 09:02
2 Minuti di Lettura
C’era Gaetano 19 anni, gli occhi azzurri appena affacciati sul mondo degli adulti. La mattina si svegliava presto, infilava la tuta da benzinaio e correva a lavoro. Poi la sera abbottonava la camicia profumata e stirata dalla mamma e uscita con la fidanzata, una ragazza conosciuta da poco. C’era Elvira, 8 anni, con la sua mamma ed il suo papà che stavano mettendo i soldi da parte per comprarle un vestitino candido per la prima comunione. Carmela, 50 anni, una vita passata con i genitori anziani. Lei, bella e gioviale, aveva conosciuto un uomo e se ne era innamorata. Sognava di sposarsi. C’era Francesca, 20 mesi, piccola, paffuta con gli occhi vispi. Colomba, 18 anni, frequentava il liceo classico, diligente e attenta a scuola, sognava di diventare insegnante. Emanuela, 16 anni, passava le giornate a disegnare abiti, ad assemblare colori e forme su un foglio di carta ruvida. E c’erano Agostino, Stella, Gaetana, Felice, Rosario, Carmela, Michele, Lorenzo, Alfonso. Tutti morti, nell’inferno di diciotto anni fa. Una conta inarrestabile per settimane, fino alla stima definitiva: 137 vittime. 
Una strage di innocenti alle pendici del Monte Saro che, nella notte tra il 5 ed il 6 maggio del 1998, vomitò a valle fango e detriti, seppellendo vive le persone. In una realtà travestita da incubo. Il sindaco di allora condannato e, a 18 anni di distanza, ancora tanti strascichi che non consentono di chiudere un’ulteriore tristissima pagina della tragedia: quella del dopo frana.
Una storia strana, su diversi fronti: dalla messa in sicurezza alla ricostruzione, dai processi infiniti e dagli atti improvvisi a capovolgere tutto. Una storia costellata di visioni contrastanti, che negli anni si è arricchita di situazioni paradossali, spesso illogiche, tante volte incredibili. Cosa ha insegnato? Qualcuno ha detto che «i morti al sud sono morti di serie B, e bisogna stare attenti a dove si muore in Italia». Questo dopo l’approvazione dell’emendamento sui risarcimenti ai familiari delle vittime, presentato dal Pd nella legge di Stabilità, che ha tagliato in due il Paese. Ha definito il costo della morte di 100mila euro, uguale per tutti, non tenendo conto dell’età e delle differenze sostanziali da persona a persona. Un atto per salvare le casse del Comune, condannato ai risarcimenti insieme alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero degli Interni, e che estingue automaticamente tutti i procedimenti ed i processi di anni. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA