Antiterrorismo, controlli mirati al porto e all'aeroporto di Salerno

Antiterrorismo, controlli mirati al porto e all'aeroporto di Salerno
di Mattia A. Carpinelli
Martedì 20 Gennaio 2015, 12:13
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Controlli rafforzati al porto e all’aeroporto di Salerno da parte delle forze dell’ordine. È uno dei primi effetti che si sono registrati all’indomani dell’innalzamento del livello di attenzione in Italia, disposto dal ministero dell’Interno dopo gli attacchi terroristici che hanno colpito Parigi e la Francia, in tutte le città che sono state coinvolte durante l’operazione «Mare Nostrum». A confermare un rafforzamento della vigilanza sulle due principali infrastrutture del territorio è stato il prefetto vicario di Salerno, Giovanni Cirillo, che da ieri ha assunto ad interim la guida della prefettura in attesa che il governo provveda alla nomina del successore di Gerarda Pantalone, che sempre ieri ha assunto il ruolo di prefetto di Napoli. «Stiamo pianificando le nostre attività – ha spiegato Cirillo, da poco nominato presidente della commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale per le province di Salerno, Avellino, Benevento, Caserta e le regioni Molise e Basilicata – attenendoci alle direttive che ci ha fornito il ministero dell’Interno e stiamo aggiornando anche il piano anti terrorismo, adottato dal 2007, intensificando i controlli anche sul porto e l’aeroporto. Ma – ha poi chiarito – prima d’ora non abbiamo mai avuto il sentore di una possibile presenza di cellule terroristiche sul nostro territorio e, tantomeno, tra i profughi che sono sbarcati nei mesi scorsi in città. Ad ogni modo, continueremo a monitorare costantemente la situazione in collaborazione con le forze dell’ordine». Una sinergia, quelle tra i diversi corpi militari, che è stata confermata anche dal questore di Salerno, Alfredo Anzalone, che ha voluto chiarire come la parola allarme non sia appropriata. «Parlerei più di maggiore attenzione – ha detto – ed è per questo che stiamo rafforzando i controlli su una serie di obiettivi potenzialmente sensibili».

Cirillo ed Anzalone hanno preso parte ieri alla presentazione del rapporto sulla protezione internazionale in Italia – redatto da Anci, Sprar, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e la collaborazione dell’Unhcr – che si è tenuta ieri mattina a Palazzo Sant’Agostino. «Salerno - ha affermato Oliviero Forti, responsabile Immigrazione della Caritas Italiana – è stato un modello non solo nell’accoglienza ma anche nell’integrazione dei profughi, arrivando anche a sperimentare la coabitazione con nuclei familiari della zona, come avvenuto nella diocesi di Teggiano-Policastro. Quello che è stato fatto qui – ha proseguito – può certamente rappresentare un modello da esportare in altre realtà italiane dove abbiamo riscontrato delle difficoltà nel processo di integrazione». Per Forti la possibilità che tra i profughi sbarcati possano nascondersi dei potenziali terroristi, non ha finora trovato alcuna evidenza. «Ma – ha sottolineato – queste verifiche spettano alle forze dell’ordine, con le quali abbiamo sempre collaborato in modo proficuo. Noi ci occupiamo di gestire i flussi migratorie di queste persone che fuggono dai conflitti che, come hanno dimostrato anche i fatti francesi, nascono nei Paesi di provenienza di queste persone. Il nostro rapporto, fotografa proprio questa situazione di conflitto diffuso ormai su scala globale che sta distruggendo intere aree del Mondo, producendo profughi che devono necessariamente trovare sbocchi negli stati europei che possono garantire tutela e sicurezza. La chiusura di Mare Nostrum, frutto di scelte politiche italiane poco gradite in Europa, era l’unica possibilità per fuggire. Ora che tutto questo è venuto meno, i viaggi della speranza diventeranno più difficili e costosi. E se ci saranno nuovi naufraghi – ha avvertito – sarà per colpa di questa situazione e dell’assenza di una legislazione nazionale in materia». Un messaggio è stato lanciato anche dal vescovo di Teggiano-Policastro, monsignor Antonio De Luca, che ha promosso l’iniziativa di ieri. «Non è – ha detto il prelato – l’accoglienza che provoca il flusso migratorio ma lo sconvolgimento politico e sociale. L’Europa deve rivedere gli accordi di Dublino».

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