Atrani, appello a Sangiuliano per salvare la cappella rupestre

«Ci aiuti a realizzare il progetto di restauro»

La cappella rupestre
La cappella rupestre
di Mario Amodio
Martedì 9 Aprile 2024, 16:43
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E' una costruzione rupestre simile alle altre cappelle votive della Costiera, con la differenza che quella di Atrani sembra nascere direttamente dalla roccia. Un gioiello nascosto e poco conosciuto, in cima al dedalo di vicoli che da piazza Umberto I si dipana fino alla strada pedonale che conduce a Ravello.

E' l’antica chiesa rupestre di San Michele Arcangelo Fuori le Mura, che rischia di dissolversi nell’oblio del degrado e dei cedimenti strutturali. E per evitare che cada definitivamente nell'abbandono, il sindaco Luciano de Rosa Laderchi ha chiesto l'intervento del Ministro Gennaro Sangiluiano.

L’Amministrazione comunale ha di recente elaborato un ricco progetto di restauro che passa attraverso lavori di recupero del campanile, il rifacimento degli intonaci esterni, la sostituzione degli infissi fatiscenti, il recupero della pavimentazione in coccio, la realizzazione di un impianto elettrico e di uno microfonico, con l’impiego di materiali della tradizione locale e nel pieno rispetto delle indicazioni della Carta del Restauro.

Progetto che, al momento, non ha ancora trovato un canale di finanziamento.

«Ci siamo rivolti direttamente al Ministro Sangiuliano, confidando nella sua sensibilità riguardo alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio artistico ed identitario del nostro paese - spiega il primo cittadino del piccolo borfo della Costiera Amalfitana - Più passa il tempo, più cresce la nostra preoccupazione circa le condizioni di abbandono e vulnerabilità strutturale in cui versa il sito: bisogna avviare, prima che sia tardi, lavori di consolidamento che ne impediscano il collasso».

La cappella infatti non ha pareti: perimetro e copertura sono costituiti proprio dalla cavità naturale. Solo pochi elementi inseriti nel corso dei secoli la identificano come chiesa e piccolo cimitero: il campanile, la sacrestia, un altare, una scala che porta a un altro piccolo spazio superiore sempre ricavato nella roccia e alcune piccole vasche per la raccolta dell’acqua.

L’antico sito, che per secoli ha custodito le salme degli atranesi ed è stato rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale, necessita infatti di urgenti interventi di messa in sicurezza e restauro conservativo.

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