Dal cibo per cani agli abiti,
le rotte del falso nel porto di Salerno

Dal cibo per cani agli abiti, le rotte del falso nel porto di Salerno
di Petronilla Carillo
Venerdì 24 Maggio 2019, 07:00
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Il porto di Salerno si conferma centrale delle attività illegali e, soprattutto, centro di smistamento dei marchi contraffatti. Lo dimostrano le diverse operazioni di polizia giudiziaria ma anche i continui sequestri da parte dei finanzieri del Gruppo Salerno, agli ordini del tenente colonnello Sebastiano Barbato, di prodotti con falso marchio «made in Italy». Le operazioni a tutela della produzione italiana vedono però impegnati i militari delle fiamme gialle un po’ su tutto il territorio provinciale. Ma non solo. Cambiano anche le modalità di produzione del falso, con assemblamenti in loco e realizzazione di targhette - nel caso degli abiti - che richiamano in tutto i modelli originali, comprese le indicazioni per il lavaggio.

Non c’è limite alla contraffazione, dopo indumenti, casalinghi e prodotti alimentari, ora il mercato dell’illecito tocca anche il settore degli animali. È dei giorni scorsi il maxisequestro dei finanzieri, presso il porto commerciale di Salerno, di oltre 22 tonnellate di alimenti per cani, a bordo di un camion proveniente dalla Spagna per un valore di 33mila euro. Nel corso delle normali attività di controllo delle merci, eseguite, come di consueto, unitamente ai funzionari del locale Ufficio delle Dogane, i militari hanno intercettato un autoarticolato proveniente dalla penisola Iberica. È emerso così che al suo interno erano stivati 1131 sacchi di crocchette per cani, già confezionati e pronti per la vendita, sulle cui confezioni era apposta in più punti la dicitura «alta qualità - prodotto in Italia». La scritta, inoltre, era riportata all’interno di un logo che riproduceva i colori della bandiera italiana, al chiaro fine di trarre in inganno gli acquirenti. Il carico è stato sottoposto a sequestro e il titolare della società destinataria della merce - con sede a Roma, ma operativa nell’Avellinese - è stato denunciato a piede libero per la messa in circolazione di prodotti industriali con segni mendaci. I prodotti sono stati ovviamente prima sequestrati dai baschi verdi e poi la procura di Salerno, come da prassi, ne ha disposto il dissequestro, previa eliminazione, da tutte le confezioni, dei segni e dei simboli atti a trarre in inganno il compratore, circa l’origine, la provenienza o la qualità della merce. 

Una vera e propria sartoria illegale è stata invece scoperta a Pellezzano. E le modalità con la quale la centrale dell’abbigliamento falso è venuta alla luce è molto particolare: per la prima volta nel Salernitano il prodotto viene rifinito con tanto di targhette - anche queste contraffatte - cucite al momento. Alcuni finanzieri, nel corso di un servizio di controllo del territorio nel capoluogo, hanno notato un senegalese che trasportava due grossi bustoni: si sono insospettiti ed hanno deciso di seguirlo. Il pedinamento è proseguito anche quando lo straniero è salito su un autobus verso Baronissi ed è sceso nei pressi di Pellezzano. L’uomo, con i bustoni in mano, è andato verso un palazzo. Stava per entrare all’interno di un appartamento, quando i militari lo hanno bloccato e, d’iniziativa, sono entrati con lui all’interno della casa. In un primo momento l’uomo che era dentro non voleva aprire loro la porta. Poi, per timore di una irruzione in piena regola, ha aperto. È stato così che i baschi verdi si sono trovati dinanzi una vera e propria centrale del falso: oltre 1300 tra etichette, giubbini, borse e scarpe riportanti i marchi di note case di abbigliamento. Sotto sequestro anche materiale e strumenti (rocchette di filo, pinze, aghi, colla, forbici) utilizzati per apporre, in un secondo momento, le etichette griffate su alcuni capi di abbigliamento che, seppure privi di etichettatura, riproducevano fedelmente i modelli originali.
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