«C’è un terrorista arabo»,
panico durante la messa

«C’è un terrorista arabo», panico durante la messa
di Petronilla Carillo
Martedì 26 Luglio 2016, 06:35 - Ultimo agg. 08:37
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Da quando aveva messo piede in Italia aveva capito che la Chiesa accoglie e aiuta tutti, anche quelli di fede diversa. Così, preso dalla disperazione, ha pensato bene di rivolgersi ad un sacerdote per realizzare il suo desiderio: andare via da Salerno per raggiungere alcuni conoscenti nel nord Italia e iniziare da lì una nuova vita. Ma, in fatto di galateo cristiano, ne sapeva ben poco. Così, quando durante la celebrazione, i fedeli che erano riuniti in chiesa hanno visto quest’uomo, scuro di pelle e con uno zaino dietro alle spalle, attraversare la navata e dirigersi verso l’altare, hanno subito pensato che potesse trattarsi di un terrorista pronto a sferrare un attacco. Così, tra urla e pianti, in molti si sono alzati dalle panche e sono fuggiti in strada, allontanandosi quanto più possibile dalla struttura per evitare di essere colpiti da una eventuale deflagrazione. Una folla spaventata di persone si è riversata in strada, invocando l’aiuto di Dio e gridando: «c’è un terrorista, c’è un terrorista». Una ipotesi rafforzata da due elementi: l’arresto la scorsa primavera di un terrorista in provincia di Salerno e la chiesa come possibile, futuro, bersaglio secondo molti opinionisti.

È accaduto domenica nella chiesa di San Francesco, in pieno centro. In pochi sono riusciti a mantenere i nervi saldi e riuscire a capire che, in fondo, quell’uomo non aveva alcuna intenzione di farsi esplodere: un terrorista, difatti, non si sarebbe soffermato a parlare con il sacerdote ma si sarebbe semplicemente immolato per la «sua» causa. Invece quel giovane uomo africano, non voleva spaventare alcuno ma soltanto chiedere una cosa al sacerdote il quale, vedendosi piombare una persona sull’altare che, con insistenza chiedeva di essere ascoltato, mentre i fedeli fuggivano via terrorizzati, non ha potuto far altro che interrompere la Santa Messa. All’esterno, intanto, qualcuno ha chiesto l’intervento di una pattuglia dei carabinieri.

Sul posto è giunta una gazzella del Nucleo radiomobile della compagnia Salerno (agli ordini del maggiore Gennaro Iervolino e del tenente Bartolo Taglietti) il cui equipaggio si è subito messo all’opera per aiutare il sacerdote e cercare di capire cosa volesse quell’uomo. È stato così che i militari dell’Arma hanno accertato che non si trattava di un terrorista ma soltanto di un immigrato marocchino il quale intendeva chiedere al sacerdote il denaro che gli serviva per prendere il treno e trasferirsi a Milano. E aveva anche una certa urgenza, di qui la necessità di avvicinare il prete durante la celebrazione. L’uomo, una volta portato in caserma per gli accertamenti, è risultato destinatario di un ordine di espulsione in quanto immigrato ma aveva presentato ricorso così il provvedimento era stato sospeso. Pertanto è stato invitato dai carabinieri a recarsi in questura, presso l’Ufficio immigrazione, per le procedure del caso. Una situazione ai limiti del paradosso ma che la dice lunga sulla paura del terrorismo, anche tra i salernitani.
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