Carfagna: schiaffo alle clientele
del governatore De Luca

Carfagna: schiaffo alle clientele del governatore De Luca
di Alberto Alfredo Tristano
Martedì 6 Dicembre 2016, 06:00
3 Minuti di Lettura
SALERNO - «Questo referendum segna il riscatto di Salerno. Il dato cittadino è in linea con quello regionale, e non accadeva da molti anni. Si è ripristinata una forma di normalità. Questo risultato rappresenta la vittoria della passione, al di là dei confini dei partiti e delle organizzazioni politiche, contro la logica delle clientele che De Luca persegue in maniera scientifica da un ventennio. Finalmente Salerno e la sua provincia si sono ribellate a questo andazzo”. Mara Carfagna, deputata salernitana di Forza Italia e già ministro delle Pari opportunità, vede nel referendum un cambio politico importante anche per il territorio.

Onorevole Carfagna, cosa rappresenta questo voto sul territorio?
«È sicuramente un segnale per De Luca che col suo metodo ha fallito clamorosamente la prova delle urne. Trasformare la sanità e il settore pubblico in un votificio al servizio di un potere sempre più personale ha determinato una reazione chiara da parte degli elettori, che con orgoglio e ragione hanno rifiutato questo logica clientelare perfino elogiata da chi la pratica. Mi auguro che questa reazione degli uomini liberi sia destinata a durare».
Crede che questo voto sia un’incrinatura del potere deluchiano?
«Questo lo decideranno gli elettori. Di certo per ora è uno schiaffo sonoro per il governatore, i suoi figli, il suo sistema, tutto quel blocco militarmente impegnato a reggere e rafforzare questa posizione dominante. Il voto referendario non esprime semplicemente una posizione sul merito della riforma, ma per precise responsabilità di Renzi e del Pd è diventato una valutazione dell’operato del governo. È giusto quindi trarre conclusioni sul personale politico che ha animato la battaglia per il Sì. Abbiamo assistito al fallimento di una classe dirigente che attraverso la mobilitazione referendaria intendeva porsi come punto di riferimento. Salerno e tutto il Sud hanno risposto che non si fanno comprare per un piatto di lenticchie o una frittura di pesce». 
Cosa cambia ora per il centrodestra?
«Noi abbiamo certamente avuto un’occasione importante, nella quale abbiamo ritrovato le ragioni per stare insieme nuovamente. Il centrodestra si ricompone sui contenuti, gli ideali, i valori. Io credo, anche rispetto alla nostra vita interna, che contino gli organigrammi e le leadership ma più ancora i programmi. Questo governo ha sbagliato a comporre la lista delle priorità. Intendiamoci, noi siamo i primi a credere che la Costituzione vada riformata, ma oggi vengono prima altre emergenze che la gente sente maggiormente: la disoccupazione giovanile, la crisi del lavoro, il divario crescente tra Nord e Sud, l’immigrazione. Forza Italia ha saputo condurre la campagna mettendo l’indice sulle vere priorità. E a Salerno, sotto la guida del senatore Enzo Fasano, si è riusciti a farlo in maniera brillante. Io giro molto per il Paese e raramente mi capita di ritrovare la stessa vivacità ed energia che a Salerno si manifesta attraverso una partecipazione plurale, i direttivi, i confronti, le battaglie contro un assetto di potere che combattiamo con convinzione».


© RIPRODUZIONE RISERVATA