Dalla spiaggia sporca al Cilento isolato,
gli eterni luoghi comuni di Salerno

Dalla spiaggia sporca al Cilento isolato, gli eterni luoghi comuni di Salerno
di Adolfo Pappalardo
Domenica 24 Luglio 2016, 08:00
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Puntuali come un solstizio d’estate arrivano. I luoghi comuni. E il mare è sporco e i treni verso la Cilentana sono strapieni mentre in Costiera il problema è quello dei bus. E i parcheggi che non ci sono e le blatte che occorre la disinfestazione e poi quest’ultima arriva a estate quasi finita. E la crisi degli alberghi ma poi manco la trovi una stanza nel mese di agosto pur a pagarla a peso d’oro mentre un giorno prima il problema era arrivarci perché ci sono le frane. Che invece rimangono sempre lì’. Puntuali. Ogni anno. Da almeno 30 anni. Botta e risposta. Dritto e rovescio. Prima l’allarme lanciato da qualche associazione e megafonata dai giornali e il giorno dopo la risposta rassicurante del politico di turno che tutto si risolve a breve. Ma l’anno successivo è la stessa cantilena. E così estati su estati. Sempre uguali.
Prendi le polemiche di questi giorni per il mare sporco all’altezza di Santa Teresa. Ma perché quando mai è stato pulito o davvero qualcuno ha creduto al mito di Salifornia? Scorri i giornali dal 1999 ed è sempre la stessa musica: off limits che sia il Fusandola o no. Di chi è la colpa? Nel 2002 e nel 2003 (stesse parole!) l’allora assessore all’Ambiente Angelo Palladino dà la colpa ai depuratori: «Sono pochi e quelli che ci sono non funzionano bene». Ma i depuratori sono sempre gli stessi e anzi nel frattempo diventati vetusti. Cambia musica solo nel 2006 perché, sorpresa, Santa Teresa «è tornata balneabile» annunciano trionfali i giornali locali. Salvo poi a inizio luglio scoppiare l’inferno per i veleni tra i funzionari dell’Arpac e quelli del Comune di Salerno. Con i primi che accusano l’amministrazione di aver emesso un’ordinanza di balneazione per la spiaggia senza aver atteso il via libera di palazzo Santa Lucia e i secondi rispondono che la Regione è in ritardo di anni nell’inserire la stessa spiaggia tra gli arenili balneabili. Ma il mare sempre sporco è. Anche l’anno dopo ma l’immarcescibile Ermanno Minoliti, presidente del comitato del centro storico difende anche l’indifendibile: «Nella spiaggetta di Santa Teresa non possiamo lamentarci per la pulizia che definirei sufficiente, ma il problema resta il mare sporco a causa delle correnti che portano verso Salerno rifiuti di ogni tipo (Mattino 2 luglio 2009)». Insomma, la spiaggia e il mare cittadino lo sporcano gli altri.... Bah.
E i parcheggi persi dove c’era il Jolly hotel che hanno dato un colpo ferale alla Movida e al commercio? Non ci sono e chissà per quando. Eppure, siamo a dicembre 2009, l’attuale governatore quasi giurava: «L’obiettivo è arrivare al completamento dei primi parcheggi per San Matteo del 2010. E per far questo si punta a tenere aperti i cantieri con tre turni di lavoro anche di notte fino alle 3 e mezza. Con lavorazioni ovviamente non rumorose. Entro dunque il 20 settembre del 2010». Sì, ciao. E il tormentone estivo sulle due costiere dove lo mettiamo? In quella Amalfitana il problema è il traffico da 30 anni ma da tre lustri ci risparmiamo almeno il dibattito sulle targhe alterne dopo l’entrata in vigore di quelle europee. «Il mare ci è negato», attaccava l’altro giorno il sindaco di Furore Rafafele Ferraioli proponendo un ascensore. E il 9 agosto del 1999, sempre sindaco era e pure presidente della Comunità Montana, ma accusava i suoi colleghi: «Manca la sinergia tra comuni per risolvere il problema». Come? Allora, parole sue, invece «occorrono funicolari e by-pass». E il Cilento isolato per le strade? A marzo il governatore De Luca inaugura i lavori sulla Cilentana e promette di aprire entro l’estate: «150 giorni, si lavora h24». Ma il conto riparte se il 4 giugno scorso Luca Cascone, presidente della commissione trasporti e viabilità della Regione dichiara a La Città: «La Cilentana sarà riaperta il 15 ottobre. I 150 giorni previsti da capitolato quindi restano confermati». Ma come li contano ‘sti giorni? Mistero. Ma tanto siamo abituati. Prima della Cilentana c’era il problema della Pisciottana con la frana in località Rizzico che risale alla notte dei tempi. Per questo nel 1989 l’Anas si fece autorizzare una variante urgente dalla Protezione civile e i lavori dovevano durare 630 giorni. Nel 2001 l’allora senatore Ettore Liguori s’indigna e ne chiede conto in un’interrogazione parlamentare. Oggi la frana è sempre lì, i piloni della variante fanno scenografia tra gli ulivi e Pisciotta, guidata ora dallo stesso Liguori, è ancora più isolata. Ma prima ancora c’era la 430 bloccata a Cuccaro Vetere per vent’anni sino al taglio del nastro di dieci anni fa. E poi i treni. Sporchi e strapieni quelli del venerdì verso il Cilento e la domenica per il ritorno. Sono così da almeno trent’anni. Dai tempi del Lanternone quando il deejay, tanto per capirci, era un ventenne di nome Jovanotti (1987) e per andarci da Salerno o Napoli dovevi penare. Ma da due-tre anni facciamo finta di accorgercene sol perché Antonio Bassolino, smessi i panni di governatore e messi quelli utente, verga tweet roventi. «Le Ferrovie dello Stato davvero si sono fermate ad Eboli», ha scritto l’8 luglio scorso; «È una vergogna inaccettabile per un paese civile», scriveva invece a luglio 2015. E via con la rituale polemica del Cilento isolato, dei turisti in fuga e degli albergatori che si lamentano. Ma avete provato a cercare una stanzetta libera tra Camerota e Scario nel mese d’agosto? Tutto già strapieno.
Ma bisogna pur sempre lamentarsi.
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