Due fratelli operati per curare l’obesità.
uno muore: s’indaga

Michele Alfano
Michele Alfano
di Carmela Santi
Venerdì 18 Novembre 2016, 07:20 - Ultimo agg. 11:23
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Doveva essere il giorno che avrebbe cambiato la sua vita. Lui stesso, dopo l’intervento, aveva fatto sapere ai tantissimi amici, attraverso Facebook, di averlo superato. E poi, invece, qualcosa non è andato nel verso giusto. Michele Alfano non ce l’ha fatta. Si è spento alla Clinica Cobellis di Vallo della Lucania per le complicazioni sopraggiunte in seguito a un intervento chirurgico per la riduzione dello stomaco, a cui si era sottoposto lo scorso 3 novembre. 

Il quarantenne di Capaccio Scalo voleva scendere di peso. Insieme al fratello minore Alfonso si erano rivolti alla Clinica vallese. Entrambi di oltre 120 chili volevano realizzare il grande sogno: perdere peso e diventare finalmente più snelli. Quindici giorni fa sono entrati insieme in sala operatoria. Michele per sottoporsi ad un intervento di riduzione dello stomaco, cosiddetto «slim», Alfonso per l’inserimento di un palloncino. Lui ancora non era idoneo alla riduzione dello stomaco. Doveva perdere prima altro peso. Entrambi gli interventi, eseguiti da una equipe guidata dal dottore Luigi Cobellis e dal collega Luigi Angrisani, quest’ultimo esterno alla Clinica, lavora in un ospedale di Napoli, sembravano essere andati a buon fine. 

Invece per Michele il 5 novembre iniziano i problemi. A causa di complicazioni, dovute probabilmente ad una infezione le sue condizioni sono peggiorate. Viene ricoverato nella sala di rianimazione con febbre alta, sensazioni di vomito, bruciore di stomaco e problemi respiratori. Il suo stato di salute va via via peggiorando fino al decesso. Nell’ultimo giorno di vita viene stato colpito da tre collassi respiratori. L’ultimo, quello fatale, intorno alla ventidue. La famiglia viene avvisata dai sanitari della clinica che Michele non avrebbe superato la notte. Il suo cuore ha cessato di battere poco dopo la mezzanotte di mercoledì. I familiari raggiungono subito la clinica Cobellis, sino sconvolti dal dolore. Non riescono a darsi pace. Michele entrato in clinica per realizzare un sogno se n’è andato per sempre. La famiglia vuol sapere le reali cause che hanno portato il quarantenne al decesso. 

Nella notte allertati i carabinieri denunciano quanto accaduto nella nota struttura sanitaria vallese con richiesta di sequestro della cartella clinica. Sul posto sono intervenuti i militari della Compagnia di Vallo della Lucania, diretti dal capitano Mennato Malgieri, che hanno informato il magistrato di turno presso la locale Procura. La salma è stata posta sotto sequestro. Sul caso è stata aperta un’indagine affidata al sostituto procuratore Vincenzo Palumbo. Il medico legale Adamo Maiese ieri pomeriggio ha eseguito sulla salma del quarantenne un primo esame esterno. Per mercoledì prossimo è fissato l’esame autoptico. Al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati ma i sanitari coinvolti, secondo indiscrezioni, potrebbero essere una quindicina.

La salma ieri sera è stata trasferita presso la sala mortuaria dell’ospedale San Luca. La direzione della clinica Cobellis si dice pronta a fornire agli inquirenti che stanno indagando sulla morte tutta la documentazione richiesta. In serata dalla Clinica è trapelata l’indiscrezione che a rappresentate il dottore Luigi Cobellis sarà l’avvocato Franco Maldonato. I militari nella notte di mercoledì, dopo la denuncia della famiglia Alfano, hanno sequestrato la cartella clinica. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore di Vallo della Lucania, Vincenzo Palumbo, che ha disposto il sequestro della salma e l’esame autoptico. «Ancora non riusciamo a crederci - ribadiscono i familiari - vogliamo vederci chiaro ed andare fino in fondo a questa storia». Per tutta la giornata di ieri dinanzi alla sala mortuaria della clinica Cobellis c’è stato un via vai a di gente. Michele era molto conosciuto e benvoluto nella cittadina dei Templi per essere stato, per anni, il titolare di un noto bar. È stato l’ideatore e il promotore della Festa ‘ra pummarola.
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