In coma, medico sbagliò la diagnosi:
assolto da accusa omicidio colposo

In coma, medico sbagliò la diagnosi: assolto da accusa omicidio colposo
di Nicola Sorrentino
Venerdì 21 Aprile 2017, 09:02
2 Minuti di Lettura
È stato assolto dall'accusa di omicidio colposo Gennaro Voccia, 56enne medico scafatese, sotto processo per aver sbagliato diagnosi su di un paziente ricoverato a Villa Chiarugi, Francesco D'Amato. Era il 28 agosto 2010. L'uomo, affetto da «psicosi schizoattiva», per la procura era morto a seguito di una diagnosi sbagliata, quella di «profondo sogno». In realtà il paziente era in coma, a causa di un'emorragia celebrale collegata ad una caduta in bagno, avvenuta il giorno prima.

Il medico, dopo aver prescritto 250 ml di soluzione reidratante e di un flacone di Tad 600, sospese la terapia neuroelettrica, applicando una busta di ghiaccio sulla fronte del paziente. E senza prescrivere l'esecuzione di una Tac celeberale presso la struttura. Quella consulenza neurochirurgica, insieme al trasferimento immediato del paziente, erano di vitale importanza per la procura. La vittima sarebbe dovuta essere seguita da specialisti, con esami approfonditi presso una struttura idonea, invece di restare all'interno della casa di cura, con diagnosi di sonno profondo accertata per due volte. Solo la notte tra il 28 e il 29 il medico era intervenuto, ma l'emorragia si era già diffusa.

Ieri il giudice monocratico Domenico Diograzia ha assolto il medico da ogni accusa, con l'arringa della difesa a sottolineare eventuali responsabilità su chi visitò il paziente il giorno dell'incidente. La vittima era affetta da diverse patologie, ma il medico imputato eseguì tutto secondo protocollo, in accordo anche con i dati clinici della vittima registrati il giorno precedente. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA