Fannullone sospeso dal lavoro
davanti ai giudici per estorsione

Fannullone sospeso dal lavoro davanti ai giudici per estorsione
di Angela Trocini
Mercoledì 27 Gennaio 2016, 06:54
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È stato assolto dall’accusa di estorsione aggravata dal metodo camorristico. Santo Pepe (difeso dall’avvocato Ivan Nigro), coinvolto nell’inchiesta sugli assenteisti al Ruggi e licenziato, per i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno non ha commesso l’estorsione ai danni del negozio di antiquariato «Compagnia delle Indie».
Un episodio avvenuto più di dieci anni fa (per il quale Armando Memoli e Francesco Salvini ritenuti gli autori materiali sono stati condannati in abbreviato) che vedeva - secondo la ricostruzione della direzione distrettuale antimafia, Santo Pepe fare da tramite ad un serie di incontri precedenti alla richiesta estorsiva. Almeno secondo quanto ricostruito dall’accusa tanto che il pubblico ministero antimafia Vincenzo Montemurro, al termine della requisitoria, aveva chiesto per l’imputato nove anni di reclusione.
Per la procura salernitana, Santo Pepe aveva fatto parte del gruppo che aveva imposto il pizzo al titolare del negozio molto noto a Salerno. Nello specifico, sempre secondo la ricostruzione della pubblica accusa, Salvini e Memoli prima esplosero alcuni colpi di pistola contro la vetrina del negozio, poi percossero alla testa Massimo Boccuti (l’altro socio dell’attività commerciale era Enrico Gaudiani) con il calcio di una pistola e, infine, fecero scattare la richiesta estorsiva. E fu proprio in questo passaggio, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, che si inseriva Santo Pepe.
 
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