Fondazione Ravello, scontro sindaco
e presidente per la governance

Fondazione Ravello, scontro sindaco e presidente per la governance
Giovedì 29 Settembre 2016, 08:09
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Corsi e ricorsi storici. Ravello, archiviato il Festival 2016, si ritrova al centro di una nuova e forse più dura polemica. Ancora una volta legata alla governance della Fondazione, l’organismo che gestisce Villa Rufolo e organizza gli eventi estivi. Dopo una stagione di tregua apparente, determinata da qualche azione diplomatica rivelatasi probabilmente infruttuosa, ritorna d’attualità il ruolo del Comune all’interno della Fondazione che rinnovò le sue cariche nell’estate 2015 all’indomani cioè del pronunciamento del Tar sul commissariamento disposto dall’ex presidente della Regione, Stefano Caldoro. Da allora una serie di vicissitudini caratterizzarono il neonato organismo, prima presieduto dal sociologo Domenico De Masi, poi dal filosofo Sebastiano Maffettone. Ed è proprio a quest’ultimo che il sindaco di Ravello Salvatore Di Martino, eletto lo scorso maggio, si è ora rivolto per rivendicare un ruolo all’interno dell’organismo (tra consiglio d’amministrazione e consiglio di indirizzo) dove le caselle spettanti al comune di Ravello sono occupate da esponenti della passata amministrazione comunale. Il sindaco e la sua maggioranza hanno affrontato l’argomento qualche sera fa in consiglio comunale al termine del quale è stato deciso di avanzare richiesta di dimissioni di tutti i membri della governance della Fondazione, per consentire ai soci (Mibact, Regione Campania, Provincia di Salerno e Comune di Ravello) di avviare un tavolo di confronto «per operare il rilancio della prestigiosa Fondazione Ravello».
Non solo, perché la maggioranza consiliare ha anche proposto l’individuazione di alcuni consiglieri, anche di minoranza, per operare un’attività di investigazione e di approfondimento sulla gestione della Fondazione. Infine, si è deciso di approvare un regolamento per disciplinare la designazione, il controllo e la revoca dei rappresentanti dell’amministrazione di Ravello negli organismi partecipati dal Comune, «anche in ossequio ai dettati del vigente statuto comunale». L’etichetta di «fallimentare», affibbiata alla gestione del Festival in una nota dalla maggioranza, non è però piaciuta al presidente Maffettone: «Prima si parla, poi si litiga. Fare il contrario e essere immotivatamente aggressivi è un atteggiamento che nulla ha a che fare con la democrazia. Il sindaco non segue la logica del buon senso e della cortesia istituzionale, avrebbe detto il presidente della Fondazione Ravello replicando alle accuse dalla maggioranza. Perché secondo Maffettone «c’erano tutti i modi e i tempi per parlare con la Fondazione e con me stesso». «Il sindaco è mancato a vari appuntamenti, forse per paura di sentire la verità, ma questi sono problemi suoi - ha poi aggiunto Maffettone - . D’altra parte, il Comune di Ravello ha i suoi rappresentanti tra gli organi della Fondazione e sull’informazione contabile può contare sui revisori dei conti. Inutile dire che né gli uni né gli altri sono stati mai contattati, confermando la natura pretestuosa dell’attacco alla Fondazione». La riposta alle parole del presidente non è tardata ad arrivare. E da Palazzo Tolla il sindaco Di Martino ha replicato duramente. «Una personalità come Maffettone quand’anche fortemente ridimensionato e in qualche modo sfiduciato non può avere crolli di stile, non può offendere prima ancora che persone, istituzioni e collettività, non può scagliarsi impunemente contro il legale rappresentante del Socio Fondatore Comune di Ravello, non può alterare e mistificare la verità - tuona il sindaco di Ravello -
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