I paesi dove non nascono bambini
la scommessa dei bonus municipali

I paesi dove non nascono bambini la scommessa dei bonus municipali
di Margherita Siani
Mercoledì 4 Gennaio 2017, 08:24
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Il meraviglioso stridulo dei piccoli vagiti è sempre più fievole nella provincia di Salerno. Si nasce poco, davvero poco, troppo poco. Sono lontani i tempi in cui il primo giorno di gennaio vi era la corsa degli ospedali ad indicare le nascite il primo, il secondo o il terzo minuto del nuovo anno. La dimensione concreta di ciò che accade è già in questo. Le politiche di sostegno alla famiglia, i bonus bebè, bonus nido, bonus babysitter e chi più ne ha più ne metta non incentivano né convincono le famiglie che, forse, considerano tali misure troppo esigue rispetto ai reali costi del vivere quotidiano e soprattutto del far crescere un figlio, dandogli tutte le opportunità che ogni genitore desidera e sogna per aprirgli le porte del mondo.

La provincia di Salerno è pienamente in questo calo generale, ormai sena freno e senza troppa speranza per il futuro. Secondo i dati Istat, infatti, nei primi otto mesi dell’anno sono nati solo 5695 bambini, a fronte dei 5797 del 2015, che era stato considerato l’anno nero in assoluto delle nascite. Una differenza di oltre 100 unità, che pesa tanto. Basti pensare che nei primi otto mesi dell’anno a Controne, Ispani, Laurito, Magliano Vetere, Tortorella e Valle dell’Angelo non è nato nessuno. Numeri davvero infinitesimi anche in altri centri. E, sia nel 2016, ma anche nel 2015, non è nato nessuno né a Sacco, né a Valle dell’Angelo, né a Controne e a Magliano Vetere con nascite praticamente pari a zero, piccoli movimenti a Cicerale, Aquara. In una cinquantina di Comuni, tutti di piccola entità, divisi tra Cilento, Alburni e qualche centro del Sele-Tangro, nei primo otto mesi dell’anno i nati sono davvero esigui, in qualche caso nessuno, complice, probabilmente anche il numero di abitanti esiguo. Bene, invece, è il tasso di natalità a Furore, che, con il suo 13%, è il primo in provincia di Salerno nei primi otto mesi del 2016, seguito da Atrani, Alfano, San Valentino Torio e, con sorpresa, il piccolo centro di Romagnano al Monte. Qui gli stranieri hanno aiutato non poco a far reggere il trend.

Le statistiche danno così una radiografia secca, razionale, fredda, ma dietro raccontano i territori ed i loro problemi, le inefficienze di certe politiche mostrate quali incentivi importanti. D’altronde, se incentivi gli asili nido e poi ne hai, diventa difficile accedervi. Se si danno i voucher per le baby sitter ma non lavori è inutile averli. Gli Alburni sono senza dubbio forse l’area con maggiori problemi di questo genere, poco raggiungibili, sacche di povertà enormi, lavoro praticamente inesistente, così alcune aree interne del Cilento. E la demografia diventa così lo specchio di tanti piccoli e grandi problemi. E’ sui piccoli ed interni Comuni che si misura il tasso di vivacità della provincia, ma qui anche la sfida della politica che poco c’è.

Tuttavia, c’è anche chi questo trend proprio non lo vuole più vedere e qualche incentivo cerca di individuarlo. Come a Santomenna, dove è stata una lotta dura riuscire a far risalire quel trend. Dal 2011 ad oggi i bambini da 0-3 anni sono passati da 12 a 20; mentre, per la prima volta è aumentato il numero dei residenti, da 441 nel 2015 a 445 nel 2016.
 
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