L'omicidio dell'infermiere, gli amici
«Voleva curarla, è stato ucciso»

L'omicidio dell'infermiere, gli amici «Voleva curarla, è stato ucciso»
di Nello Ferrigno
Domenica 23 Luglio 2017, 06:30 - Ultimo agg. 24 Luglio, 09:39
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NOCERA INFERIORE. È attesa per lunedì la convalida del fermo di Davide Sanzone Giancane accusato di aver accoltellato a morte giovedì scorso l’infermiere 52enne Maurizio Fortino. Martedì, invece, sarà effettuata l’autopsia sul corpo della vittima. Importanti saranno, anche per il prosieguo processuale, le indicazioni del medico legale per definire le modalità dell’accoltellamento avvenuto nel bagno dell’abitazione dell’ex compagna del «siciliano», com’è chiamato Sanzone perché originario di Vittoria. 

Continua all’obitorio dell’ospedale Umberto I il mesto avvicendarsi di parenti, amici e colleghi di Fortino. A due giorni dall’omicidio la commozione è ancora forte. Antonio Cesarano, amico della vittima, racconta che quella sera l’infermiere era andato nella casa di via Origlia per sincerarsi delle condizioni della donna «perchè da un po’ di tempo accusava episodi di depressione e quella sera le aveva portato dei medicinali». Fortino, infatti, lavorava al dipartimento di salute mentale dell’Asl Salerno in via Ricco. Così come c’è chi racconta che l’infermiere, indicato da tutti come un uomo disponibile e generoso, aveva preso a cuore la situazione «di una persona conosciuta nel suo percorso professionale fornendo aiuto e sostegno». «Ha pagato nel peggiore dei modi – sottolinea un collega – la sua generosità». 

Da venerdì sera, 24 ore dopo il decesso, la salma è in una cella frigorifera dell’ospedale. Continua a tormentarsi la moglie di Fortino che da giovedì notte si è allontanata soltanto per pochi minuti dall’obitorio. Il sabato prima del delitto marito e moglie avevano partecipato alla festa di compleanno di Cesarano. Alcuni invitati hanno raccontato di una «coppia in sintonia».
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