Prostituta uccisa a Pagani
Nujka voleva lasciare la strada

Prostituta uccisa a Pagani Nujka voleva lasciare la strada
di Daniela Faiella
Mercoledì 24 Agosto 2016, 10:21
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Voleva smettere con quel tipo di vita, voleva cercare un lavoro più dignitoso. Nikolova Temenuzhka, la 37enne prostituta bulgara trovata cadavere venerdì scorso nel campo incolto di via Leopardi, aveva manifestato questa sua intenzione, pochi giorni prima di morire, al suo amico Antonio Esposito, titolare di un bar e di un’agenzia di viaggi a piazza Principe Umberto a Napoli.

A confermarlo è lo stesso Antonio, che conosceva Nujka (come era soprannominata) da tredici anni, da quando la bulgara era arrivata a Napoli con il sogno di un futuro migliore. Nikolova, madre di sei figli (il più grande ha 22 anni), era scappata dal suo paese di origine e da un marito violento. A Napoli era riuscita a crearsi un gruppo di amici. Aveva un nuovo compagno, anche lui bulgaro, e si era rivolta proprio ad Antonio Esposito per trovare un lavoro che le permettesse di pagarsi l’affitto e di mantenere i suoi figli.

«Nuika era prima di tutto una donna, una mamma, che è stata uccisa senza pietà – dice tra le lacrime il commerciante napoletano – Era una ragazza semplice, disponibile, costretta a prostituirsi per sfamare i suoi figli. Non voleva fare quel lavoro, se ne vergognava, ma non aveva alternative. Quando arrivò a Napoli, in fuga da un marito violento, frequentò un corso per colf e badanti. Iniziò a lavorare, ma i soldi a fine mese non bastavano mai. Per anni si è sacrificata, cercando di lavorare quanto più poteva, per i suoi figli, ma ad un certo punto si è vista costretta a fare una scelta che non avrebbe mai voluto prendere in considerazione».

Da circa tre anni Nikolova aveva, così, iniziato a battere. Lontano da Napoli. «Perché si vergognava – chiarisce Antonio – perché non voleva che i suoi figli sapessero. A tutti diceva che lavorava come colf giorno e notte a Salerno. Lei, però, era stanca di quella vita. Qualche giorno prima di morire mi aveva detto che voleva smettere, chiedendomi di aiutarla a trovare un nuovo lavoro».
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