La Dda lo ritiene a capo di un clan, ma il giudice di Nocera inferiore lo libera

La Dda lo ritiene a capo di un clan, ma il giudice di Nocera inferiore lo libera
di Nicola Sorrentino
Domenica 23 Luglio 2017, 18:10 - Ultimo agg. 18:11
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NOCERA INFERIORE. Il gip del tribunale di Salerno scarcera Michele Cuomo, 37enne che la Dda ritiene a capo di un'organizzazione criminale a Nocera Inferiore. Dopo sette mesi di custodia cautelare in carcere (a seguito del maxi blitz «Un'altra storia» dello scorso dicembre), il tribunale ha accolto l'istanza dell'avvocato difensore, Gregorio Sorrento. A ottobre il gup deciderà se rinviare lui e altre 36 persone a giudizio, con accuse che vanno dall'associazione a delinquere alla rissa, pestaggi in pubblico, droga, possesso d'armi, estorsione e trasferimento fraudolento di valori. Le accuse nei confronti di tre distinti gruppi sono state ridimensionate in fase di Riesame, con la caduta dell'accusa principale, quella dell'esistenza di un clan di camorra.

Per le indagini condotte congiuntamente da Ros e Squadra Mobile, Cuomo era il punto di riferimento di un gruppo di persone. Il blitz scattò dopo una serie di episodi criminali, tra sparatorie, estorsioni, spaccio di droga, risse e pestaggi a danno di alcuni imprenditori. La motivazione del giudice: «Ritenuto che essendo decorsi oltre sette mesi dall'applicazione cautelare di massimo rigore, le esigenze possono ritenersi cessate, anche in considerazione del fatto che l'ulteriore protrazione della custodia carceraria, in relazione ad un unico capo d'accusa, non sarebbe pienamente in linea con il principio di proporzionalità rispetto all'entità del fatto. La revoca si impone anche al fine di adeguare la posizione cautelare con quella dei coimputati che, sia pure per ragioni diverse, hanno già conseguito il medesimo risultato».

L'unica accusa che vedeva Cuomo ancora in carcere era legata ad un episodio di qualche anno fa, quando insieme ad altri, pestò un capoverdiano accusato di aver rubato il telefono cellulare al nipotino piccolo. In quell'occasione, la Dda gli contestò il metodo mafioso. 
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