Mariana, telecamere al setaccio
era al lavoro sulla Litoranea

Mariana, telecamere al setaccio era al lavoro sulla Litoranea
di Angela Trocini
Venerdì 20 Maggio 2016, 06:25 - Ultimo agg. 09:41
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È sulle immagini delle telecamere installate tra la litoranea e la zona dello stadio Arechi che gli agenti della Squadra Mobile di Salerno stanno lavorando. Filmati che hanno fornito, ai poliziotti dei vicequestori Tommaso Niglio e Lorena Cicciotti, elementi utili anche se purtroppo non determinanti della sera del 30 aprile scorso. La sera in cui è scomparsa Mariana Tudor, la prostituta trovata cadavere quindici giorni dopo in un campo abbandonato tra via San Leonardo e via Dei Carrari. Una cosa è chiara: fino alle 22,40 del 30 aprile la giovane donna era in litoranea. E non solo quella sera ma anche in precedenza tanto che sarebbe stata minacciata (almeno dal racconto delle amiche e del marito) da chi quel territorio lo “marcava” già da un po’. E tali testimonianze si sono spinte oltre raccontando la presenza (quella sera) di un’auto di grossa cilindrata, al cui interno c’erano un uomo e due donne, parcheggiata lungo la litoranea; dell’arrivo di una seconda auto, più piccola, a bordo della quale quest’ultima sarebbe salita per andare via scortata dalla prima autovettura. La stessa che fino a poco prima era in sosta. Racconti che sono al vaglio di polizia e magistratura che, nel frattempo, attendono anche importanti risposte sui prelievi effettuati sul cadavere (in avanzato stato di decomposizione) e sul luogo del ritrovamento: prima di tutto l’eventuale presenza di tracce genetiche sul corpo della vittima e il tipo di terriccio trovato sia sul cadavere che sotto le unghie di Mariana Tudor per compararlo con quello prelevato dal terreno incolto dove è stato rinvenuto il corpo. I primi esami sono stati effettuati dal medico legale Adamo Maiese e saranno importanti per capire anche se la prostituta sia stata uccisa dove è stata ritrovata oppure portata lì in un secondo momento. Tra sessanta giorni saranno noti anche i risultati dell’esame autoptico effettuato ieri pomeriggio presso l’obitorio dell’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona dal medico legale Luca Lepore e dal genetista Ciro Di Nunzio. In quattro ore i due professionisti hanno prelevato tessuti ed organi (sui quali effettuare anche esami istologici) in modo da poter stabilire con certezza le cause della morte della giovane prostituta. Purtroppo lo stato di avanzata decomposizione in cui era il corpo con la testa ed il collo completamente ossificati (la presenza di tessuti molli era quasi assente) non hanno potuto far affermare con certezza che la morte di Mariana Tudor Szekeres sia avvenuta per soffocamento. 
Se il pc di Mariana Tudor Szekeres è stato sequestrato dagli agenti della Mobile la medesima cosa non può dirsi del telefonino. Quel cellullare che la sera dello scorso 30 aprile ha sicuramente ricevuto la telefonata del marito della prostituta uccisa che, secondo il racconto fatto dallo stesso, l’avvertiva di stare attenta in quanto l’auto su cui viaggiava era seguita da un’altra. Il telefono che la giovane prostituta aveva con sè, infatti, non è stato ritrovato. Come la sua borsa.
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