Muore Maccauro senior, addio
all'imprenditore socialista

Muore Maccauro senior, addio all'imprenditore socialista
di Alberto Alfredo Tristano
Giovedì 28 Luglio 2016, 08:01 - Ultimo agg. 17:12
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«Prima uomo, poi socialista, infine imprenditore»: nel pieno di un comizio si definì così. Lo ricorda Carmelo Conte, ex ministro e deputato, capo della corrente del Psi cui apparteneva. Gerardo Maccauro è scomparso a 77 anni: aveva fondato la Euroflex, oggi guidata dal figlio Mauro, presidente di Confindustria-Salerno. L’azienda l’anno prossimo toccherà il traguardo del mezzo secolo di vita. Impresa e politica sono stati i motori della passione di Maccauro senior, della sua partecipazione alla vita comunitaria: «Ma non ho mai permesso che la politica entrasse in azienda», teneva a spiegare, con la sua consueta franchezza d’eloquio.
Uomo di sinistra e uomo del fare. Venne prima l’impegno di partito. Socialista sì, ma sull’ala estrema: si iscrisse al Psiup, Partito socialista italiano di unità proletaria. Poi nel ‘68, quando il socialismo conobbe una delle sue molte crisi con la separazione tra Psi e Psdi, Maccauro passò coi primi: «Ci ritrovammo dopo esserci conosciuti molti anni prima - ricorda Conte, ieri a Nocera Inferiore per rendere l’ultimo saluto al compagno - Entrambi in gioventù simpatizzanti della corrente radicale degli achilliani. Poi quando organizzai la mia, Rinnovamento, lui divenne uno dei nostri principali riferimenti nell’Agro. A Nocera c’erano lui e Aldo Torre, funzionario del ministero del Tesoro. Un giorno erano assieme davanti al Municipio: all’improvviso partirono dei colpi, avevano gambizzato Aldo, perché entrambi si erano opposti in consiglio a una lottizzazione che favoriva la camorra».
Intanto era già iniziata l’attività industriale di Maccauro. Anno 1967, quattro soci, senza soldi ma con una grande voglia di provarci. Fecero una cambiale di 400 mila lire: ognuno garantiva per 100 mila. Presero una locale di 30 metri quadri a Sarno. Iniziarono facendo le tende alla veneziana, misero su una rete commerciale. Il successo crebbe costante. Oggi la Euroflex produce tubolari, profilati, nastri, lamiere. Un’impresa lanciata sui mercati internazionali. Col cuore pulsante a Mercato San Severino, nella provincia in cui tutto iniziò.
«Nell’impresa ha osservato la sua fondamentale caratteristica che aveva in politica: la concretezza», osserva ancora Conte: «Pur nella diaspora socialista dopo Tangentopoli, la sua coerenza all’idea non è mai mancata». In consiglio comunale a Nocera Inferiore dal 1970 al 1993 (nel 1995, sempre coi socialisti, entrò per un solo mandato il figlio Mauro, che ha preferito poi la sola azienda), è stata più volte vicesindaco e assessore. Lo ricorda in quella veste Marilita Realfonso, sindaco nocerino dal 1988 al 1990: «Si occupava del commercio e grazie a lui ci fu una svolta importante in città. Era sempre stato un riferimento politico, era sulla scena da prima di me e su un’altra sponda: io democristiana, lui socialisti. Fino al 1988 quando costruimmo un’amministrazione di salute pubblica, con la Dc all’opposizione tranne me e un altro consigliere e al governo socialisti, comunisti, repubblicani. Non fu proprio una passeggiata, con De Mita segretario della Democrazia cristiana e presidente del Consiglio...».
Nel frattempo si completava il profilo dell’Euroflex. Maccauro capì di essere diventato davvero un imprenditore quando ci fu la tentazione di non esserlo più: vendendo a gruppi più forti. Successe due volte. La prima con l’Ilva, che già lo aveva messo in difficoltà con le forniture di ferro, e si salvò grazie alle acciaierie greche: lo chiamarono da Genova, avevano già comprato a Salerno un’azienda decotta ma assistita coi miliardi statali. Per orgoglio resistette. La seconda volta fu coi francesi della Usinor, oggi nel gruppo ArcelorMittal. L’accordo era cedere il 49%, poi pretesero la maggioranza. I salernitani dissero no: «Ma da allora cambiarono i nostri consigli di amministrazione. Prima ci vedevamo, dieci minuti, si firmava quel che c’era da firmare, e via. Imparammo a discutere, a parlare della gestione passata e di quella a venire, a progettare. Diventammo grandi».
Come imprenditore lo rammenta Andrea Prete, oggi a capo della Camera di Commercio, presidente di Confindustria-Salerno dal 2003 al 2007: «Esigeva che l’impegno associativo venisse fatto con ambizione, badando ai contenuti delle proposte e ai fatti. La determinazione e la caparbietà erano i segni più forti della sua personalità carismatica. E certo contribuiva il suo impegno in politica. Oggi i tempi sono cambiati, è difficile immaginare che un imprenditore possa lavorare sul doppio binario. Purtroppo abbiamo perso una delle personalità di spicco della nostra imprenditoria». Molto sentita e nutrita la partecipazione alle esequie a Nocera Inferiore. Alla famiglia sono giunte in forma privata le condoglianze del presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, che nella prima occasione istituzionale utile a Salerno ricorderà la sua figura.
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