«De Luca leader che spinge il Sud»
La videointervista al sindaco Napoli

«De Luca leader che spinge il Sud» La videointervista al sindaco Napoli
di Carla Errico
Martedì 24 Maggio 2016, 06:45 - Ultimo agg. 25 Maggio, 11:06
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SALERNO - Al lavoro. Per la «transizione». E, per scelta rivendicata fin dall’inizio del suo incarico, nella stanza più interna al secondo piano di Palazzo di città e non in quella dalla quale governava Vincenzo De Luca.

Enzo Napoli: sindaco facente funzioni, sindaco ricandidato. E sindaco di transizione, come ha suggerito giovedì De Luca?
«La transizione non è un disvalore. Anzi. È un obbligo, per tutte le classi dirigenti e in qualsiasi consesso, porsi il problema dell’avvicendamento. È un dovere, e un impegno molto serio. Un ceto dirigente è destinato alla morte, se non lo fa».
Dunque è sempre transizione, qual è il quid in più oggi?
«Teniamo in considerazione quella che alcuni tra i teorici più attuali, come Bauman, definiscono “società liquida”. Pensiamo a quali condizioni la modernità manifesta i suoi mutamenti, e alla difficoltà di percepire i margini di trasformazione quando i processi si fondano sui giorni, più che sui mesi o sugli anni. La realtà è in movimento. Kuhn parla di “salti di paradigma”. Ecco, noi dobbiamo sforzarci di percepire il momento del salto per adeguarlo al divenire politico sociale».
Scenario alto. In concreto, l’opposizione dice che un sindaco traghettatore è un sindaco dimezzato.
«Le questioni alte del cambiamento sono cosa ben diversa dalla riduzione a chiacchiericcio che ne fanno coloro che non riesco a definire interlocutori e neppure avversari. Ecco, è una schiera eterogenea che si oppone con atteggiamenti assai mediocri e strapaesani. A loro rispondo che definirmi sindaco di transizione non mi ha mai sminuito. Anzi, se possibile potenzia le mie prerogative. Con ulteriori responsabilità. Ho il compito di percepire il nuovo che emerge, con atteggiamento di scouting. E le elezioni sono un momento importantissimo, ma non l’unico. Passate le elezioni, resta un precipitato formidabile di esperienze, di gente che si è offerta al giudizio dei cittadini. Purtroppo i consiglieri comunali sono solo 32. Dovremo tesaurizzare quanto tutti i candidati hanno proposto, nell’ottica del rilancio di un protagonismo che può crescere nel tempo. È questo il dovere civile di chi vive la politica come servizio alla comunità. Ed io faccio mia a 360 gradi la lezione di Vincenzo De Luca. Lavoro con spirito di servizio ad un progetto che a Salerno è stato sufficientemente testato».
Farà suo anche il compito di far scendere in politica i figli del governatore? Lei parla di candidati da valorizzare. Ma Roberto De Luca non si è candidato per evitare di catalizzare i consensi. È invece diventato il suo team manager, figura mai vista prima.
«Team manager? Dannato dalla stampa...».
Lo dice lui.
«Ma certo. In realtà mi ha dato una grande mano nello sforzo di fare sintesi».


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