Papa Francesco abbraccia diecimila salernitani

Papa Francesco
Papa Francesco
di Giuseppe Pecorelli
Sabato 30 Aprile 2016, 06:30
2 Minuti di Lettura
Diecimila salernitani saranno questa mattina in piazza San Pietro, accolti da Papa Francesco in udienza speciale. I fedeli, giunti a Roma con centocinquanta bus e con ogni mezzo, provengono da tutte le 163 parrocchie dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno e sono guidati dall’arcivescovo Luigi Moretti. L’appuntamento storico avrà inizio alle 11. A mezzogiorno i pellegrini attraverseranno la Porta santa della Basilica, cuore della cristianità, e alle 15 parteciperanno alla Messa in San Pietro, presieduta da monsignor Moretti e animata dal coro dell’arcidiocesi. Hanno scelto di vivere a Roma l’Anno santo e ottenere l’indulgenza plenaria, cioè il perdono del peccato e la cancellazione anche delle sue conseguenze, nonostante il Santo Padre abbia voluto estendere i benefici giubilari alle singole diocesi di ogni parte del mondo. 

Ben quattro le sedi giubilari nel territorio diocesano, eppure i fedeli non hanno voluto rinunciare all’indulgenza ottenuta a Roma, ma ancora di più le ragioni della scelta sono da ricercare nella capacità attrattiva di Papa Bergoglio, un vero trascinatore di moltitudini. C’è un dato della biografia del Pontefice che lo lega in modo speciale all’arcidiocesi. Nel nome di San Matteo. 
Racconta egli stesso che, proprio il 21 settembre del 1953, sentì la chiamata al sacerdozio. A Salerno il compianto monsignor Demetrio Moscato presiedeva i festeggiamenti patronali. Il giovane Bergoglio aveva diciassette anni. Da cardinale, ogni volta che si trovasse in visita a Roma e avesse un po’ di tempo, l’allora arcivescovo di Buenos Aires visitava la chiesa di San Luigi dei Francesi, dove si recava ad ammirare «La vocazione di San Matteo» del Caravaggio. 

«È il gesto di Matteo che mi colpisce – dirà in un’intervista – afferra i suoi soldi, come a dire: no, non me. No, questi soldi sono miei. Ecco, questo sono io: un peccatore al quale il Signore ha rivolto i suoi occhi». Ma è lo stesso rapporto tra Salerno e il papato ad essere fortissimo. Nel 1084, San Gregorio VII fu soccorso dal normanno Roberto Il Guiscardo durante l’assedio di Roma. Costretto a fuggire, fu accolto a Salerno, dove morì nel 1085 poco tempo dopo aver consacrato la maestosa Cattedrale romanica dedicata a San Matteo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA