Parigi-Agro nocerino, caccia ai fiancheggiatori dei terroristi islamici

L'arresto di un presunto terrorista dopo gli attentati sanguinari del novembre scorso a Parigi
L'arresto di un presunto terrorista dopo gli attentati sanguinari del novembre scorso a Parigi
di Nicola Sorrentino
- Ultimo agg. 5 Gennaio, 13:12
3 Minuti di Lettura
ANGRI. C’è un’inchiesta della sezione antiterrorismo che tocca il territorio dell’Agro nocerino sarnese. Nello specifico il comune di Angri, il cui centro storico è stato oggetto di una serie di perquisizioni domiciliari effettuate poco prima del giorno di Natale. La sezione speciale interna alla procura Antimafia di Salerno sta infatti indagando su una serie di soggetti. Uno di questi, un marocchino incensurato, con residenza ad Angri e conosciuto anche con un «alias» italiano, è sospettato di aver fornito aiuto logistico a due suoi connazionali.

E questo dopo soli tre giorni dagli attacchi terroristici di Parigi, avvenuti lo scorso 13 novembre. I due marocchini che avrebbero beneficiato dell’assistenza proverrebbero dal Belgio e sarebbero, a loro volta, sospettati di essere terroristi o comunque legati ad un’organizzazione avente le medesime finalità. Il reato per il quale si procede è il 270 ter, contestato a chiunque fornisca «assistenza agli associati». Una norma che è stata integrata nel già esistente 270 bis, un anno dopo gli attacchi alle Torri Gemelle, con l’intenzione di reprimere «organizzazioni che, pur avendo sede nel territorio italiano, mirano a compiere atti di violenza a danno di altri Paesi». L’incensurato marocchino, oggi indagato, avrebbe - secondo la procura - fornito rifugio e ospitalità ai due suoi conterranei. E avrebbe anche tentato di procurare loro dei passaporti falsi il cui utilizzo, nella maggior parte dei casi, serve per varcare inosservati i confini europei.

Questo supporto logistico e assistenziale a favore dei due stranieri si sarebbe registrato nel comune di Angri, il 16 novembre scorso, quindi dopo soli tre giorni dagli attentati nella città di Parigi. Gli attacchi furono sferrati da gruppi armati collegati allo Stato Islamico, meglio conosciuto come Isis. La vicinanza in termini di giorni dei due eventi è per ora un dato esclusivamente temporale, anche se inquietante. Così come lo è la nazionalità, sempre marocchina, di uno degli uomini ancora ricercati che avrebbe fornito supporto e aiuto ad alcuni componenti del commando di terroristi. Le perquisizioni effettuate ragionevolmente dai carabinieri del Ros avrebbero interessato diversi appartamenti del centro storico, con l’obiettivo di cercare precisi riscontri all’ipotesi investigativa. Un aspetto cruciale di questa inchiesta è rappresentato dalla provenienza presunta dei due marocchini, che avrebbero beneficiato di un aiuto logistico in terra italiana.

E cioè, il Belgio. Il Paese europeo, secondo le ultime statistiche, è da tempo considerato come il «cuore» del jihadismo europeo, covo di potenziali e aspiranti «lupi solitari» e «foreign fighters», letteralmente combattenti stranieri. Il loro numero è considerevole, se si analizza il tasso per abitante. E questo, perché il Belgio vanta anche la seconda maggiore comunità musulmana d’Europa, in rapporto alla popolazione, secondo solo alla Francia. A Molenbeek, uno dei più grandi quartieri di Bruxelles, in alcune aree l’80 per cento degli abitanti è musulmano.

L’inchiesta dell’Antimafia, sulla quale vige il massimo riserbo e che ha tuttavia coinvolto anche il territorio dell’Agro nocerino sarnese, potrebbe anche essere legata alla contraffazione di documenti d’identità. Un reato che è risultato essere il cardine di molte inchieste condotte negli anni scorsi dai Ros e dalla Digos per conto, ad esempio, della procura di Napoli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA