Patto contro la prostituzione
vescovo e prefetto in campo

Il prefetto di Salerno, Salvatore Malfi
Il prefetto di Salerno, Salvatore Malfi
di ​Petronilla Carillo
Mercoledì 25 Maggio 2016, 06:30 - Ultimo agg. 26 Maggio, 09:12
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Patto tra Istituzioni per salvare le donne dal marciapiede. A scendere in campo, in maniera prepotente, questa volta è proprio la Chiesa: come Gesù salvò la peccatrice Maddalena, il vescovo di Salerno prosegue la sua opera di avvicinamento per aiutare le «peccatrici» vittime di violenze e di barbarie. E così venerdì c’è un appuntamento importante su questo fronte: il vescovo Luigi Moretti incontrerà il prefetto Salvatore Malfi. Ne avevano parlato durante il loro primo incontro, ora prefetto e arcivescovo hanno deciso di avviare il percorso «comune» per un impegno quotidiano in difesa delle donne costrette a prostituirsi.
«Quando la Chiesa si impegna in argomenti di carattere sociale è grande gioia e lo stimolo che arriva dalla Chiesa deve rappresentare per tutti noi una grande opportunità», commenta il prefetto di Salerno, Salvatore Malfi. È lui che spiega quello che sarà il percorso da intraprendere: trovare stimoli comuni per combattere sul piano etico e morale il fenomeno della prostituzione, in particolare di quella che arriva dai Paesi esteri e che vede le donne vittime della tratta e della mercificazione. «Sono convinto - prosegue Malfi - che l’intervento della Chiesa sarà determinate. Dobbiamo lavorare anche sul fronte della clientela: non si può andare la mattina a messa e poi la sera fare altro, cose eticamente sbagliate». Secondo il prefetto la chiave di tutto è nel rapporto tra offerta e domanda, se quest’ultima è alta cresce anche l’offerta. «Un po’ come la droga», commenta Salvatore Malfi. E continua: «Già con il sindaco Vincenzo Napoli abbiamo avviato un percorso di condivisione su questo argomento: l’ordinanza antiprostituzione emessa è stata da me condivisa due mesi fa, ancora prima che si verificassero questi drammatici episodi. Altri sindaci della Costiera hanno poi avviato le stesse procedure. Ma ritengo che il dovere della Istituzioni non sia soltanto quello di adempiere agli obblighi di legge ma anche di impegnarsi quotidianamente da un punto di vista sociale con interventi concreti». 
Il prefetto non anticipa nulla di quello che sarà il programma da valutare insieme al vescovo Moretti perché per il momento «sono solo idee, le verificheremo ne parleremo e poi decideremo come dare operatività alle nostre idee». 
Un impegno importante, lascia intendere il prefetto anche nell’ottica del 70esimo anniversario del voto alle donne. «Il ministero dell’Interno ha un ruolo centrale nell’applicazione delle norme ma il contributo della Chiesa accresce il nostro lavoro di valore etico e di una diversa morale. È un’occasione per stimolarci a fare ancora di più». Infine ricorda: «La magistratura e le amministrazioni hanno punti di ascolto per le donne in difficoltà. Voglio ricordare a tutti che, per chi vuole, sono normate procedure per legge con agevolazioni per chi vuole uscire dal sistema della tratta con agevolazioni, aiuti per lavorare, sostegno psicologico e materiale. Insomma... la denuncia che ci viene presentata contro i gestori della tratta consente di aprire nuove strade alle donne in difficoltà».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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