Caso Mastursi, arringa della difesa
«Nessun accordo con il giudice»

Caso Mastursi, arringa della difesa «Nessun accordo con il giudice»
di Angela Trocini
Venerdì 24 Febbraio 2017, 08:00 - Ultimo agg. 08:20
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SALERNO - In tre ore di arringa l’avvocato Felice Lentini ha rispedito al mittente le accuse che la Procura romana ha formulato a carico di Nello Mastursi. Per l’ex capo della segreteria del governatore Vincenzo De Luca, i pm Corrado Fasanelli e Giorgio Orano hanno chiesto una condanna a un anno e otto mesi per induzione indebita a promettere utilità relativamente alle sentenze che - nell’estate 2015 - avrebbero consentito a De Luca di restare in carica alla presidenza della Regione evitando l’applicazione della legge Severino.

L’avvocato Lentini ha fatto presente al gup del Tribunale di Roma, Vilma Passamonti, come non ci sia alcuna traccia dell’accordo tra il giudice Anna Scognamiglio (autrice della sentenza sulla legge Severino che il 22 luglio 2015 aveva reintegrato De Luca) e il marito Guglielmo Manna (per una promozione nella sanità campana). Inoltre le intercettazioni telefoniche mettono totalmente in dubbio che l’avvocato avellinese Giuseppe Vetrano (candidato alle regionali nella lista Campania Libera) abbia ricevuto alcuna promessa da Mastursi e il messaggio, che la Procura romana ritiene come «la prova di una promessa», era solo la fissazione di un appuntamento. Vetrano, infatti, fu colui che fu contattato dall’avvocato Gianfranco Brancaccio (come ha riferito anche quest’ultimo davanti al gup) con la richiesta di presentare Guglielmo Manna a Vincenzo De Luca. Ma Vetrano non avendo rapporti tali con De Luca, chiese un semplice incontro a Mastursi (il 16 luglio 2015). Incontro che ci fu il 3 agosto: «Ma Mastursi», ha ribadito Vetrano al gup alla scorsa udienza, «non ha fatto nessuna promessa». Anche l’avvocato napoletano Brancaccio, a specifica del gup, sul comportamento tenuto da Mastursi in quell’occasione, ha escluso che l’allora capo della segreteria di De Luca «ebbe a formulare promesse o a fornire assicurazioni future». Del resto non sono mai stati adottati provvedimenti a favore di Manna che aveva un contratto in scadenza presso l’ospedale Santobono. 

E per l’avvocato Felice Lentini, difensore di Nello Mastursi che ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato, «questo è tutto. E niente altro. Non ci sono prove di accordi. Del resto le sezioni unite hanno anche affermato che i provvedimenti del tribunale sono legittimi e, inoltre, le sentenze di assoluzione nei confronti di De Luca rimuovono (ora come allora) il provvedimento di sospensione». A parere del penalista salernitano, si potrebbe ipotizzare una concussione a danno di De Luca e, ancor di più, degli uomini del suo entourage i quali avrebbero potuto ricevere quotidianamente sollecitazioni o semplici richieste e il ruolo di filtro faceva proprio parte del loro lavoro. La sentenza, sia per l’abbreviato di Mastursi che nei confronti degli altri coindagati che hanno scelto il rito ordinario, è prevista il prossimo 9 marzo.
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