Prof precari tappabuchi
arrivano i risarcimenti

Prof precari tappabuchi arrivano i risarcimenti
di Gianluca Sollazzo
Domenica 4 Dicembre 2016, 06:40
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SALERNO - Prof risarciti dopo anni di precariato. Hanno avuto ragione davanti al giudice del lavoro i primi insegnanti salernitani utilizzati negli anni scorsi come tappabuchi con supplenze a termine. Già per 6 insegnanti è scattato il riconoscimento del risarcimento per abuso di reiterazione di contratti a tempo determinato. C’è chi da supplente ha lavorato per uno o tre anni con nomina annuale fino al 31 agosto, quindi su posti vacanti o disponibili. Altri prof sono stati utilizzati per diverso tempo come dei veri e propri insegnanti di ruolo stando alla durata dei contratti spesso rinnovati per due anni. Da settembre fino a novembre 6 prof sono riusciti a farsi riconoscere il danno per un prolungamento di supplenze che avevano il sapore della beffa, perché in molti casi si è trattato di utilizzo su posti vacanti.
Per molti di loro si sfiora un risarcimento individuale che si aggira intorno ai 7.200 euro per mancati scatti di anzianità e stipendi estivi non corrisposti. Un danno individuale che moltiplicato per sei si attesta su un risarcimento complessivo che il Miur deve sborsare attestato sui 43 mila euro. A quanto si apprende dall’Ufficio scolastico provinciale altri ricorsi con richieste risarcitorie risultano pendenti in attesa di giudizio. Resta il fatto che le prime sentenze finiscono per alimentare le speranze di tanti insegnanti non di ruolo utilizzati ben oltre il limite dei 36 mesi di servizio, come stabilito dalla recente riforma della Buona Scuola. E a distanza di anni, quello che la scuola non ha mai riconosciuto ai docenti, ci pensa un giudice a farlo. Un riscatto in grande stile, quindi. In molti casi si tratta di insegnanti di mezza età che lavorano da 10-15 anni nelle scuole di Salerno e provincia, sobbarcandosi spese di viaggio per trasferimenti in treno e in auto e raggiungere sedi dell’entroterra cilentano. I docenti sarebbero stati utilizzati per anni in scuole su posti vacanti, quindi allo stesso modo di docenti di ruolo, e maturando diritti mai riconosciuti dall’amministrazione scolastica. 


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