Rissa in carcere tra italiani e stranieri
In quattro sono stati refertati
trovato un coltello artigianale

Rissa in carcere tra italiani e stranieri In quattro sono stati refertati trovato un coltello artigianale
di Petronilla Carillo
Martedì 20 Giugno 2017, 00:15 - Ultimo agg. 08:14
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SALERNO - Ancora violenze in carcere. La denuncia arriva dal segretario nazionale per la Campania del Sappe, Em,ilio Fattorello. Secondo una prima ricostruzione dei fatti sembrerebbe che alcuni detenuti Italiani,della seconda sezione, si siano scontrati con alcuni  stranieri per motivi ancora non chiari. Per il momento sono stati identificate quattro persone che hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari per le lesioni riportate. In particolare pare che un  africano fosse armato di un affilato punteruolo con il quale avrebbe ferito alla testa un detenuto straniero ricoverato al pronto soccorso Hospecives dove ha rifiutato le cure dei sanitari e fatto rientro in Istituto. Da accurata perquisizione è stato rinvenuto e sequestrato il coltello rudimentale utilizzato nella rissa, ricavato da un cucchiaio schiacciato ed affilato. «Sono ormai evidenti - commenta Fattorello - i danni seguenti alla scellerata gestione delle carceri dopo l'apertura delle celle disposta da una irresponsabile Amministrazione che ha voluto ciò senza calcolare le conseguenze e che mettono a dura prova le donne e uomini della polizia penitenziaria che continuano a garantire la legalità negli istituti penitenziari senza risorse umane, né mezzi e sistemi di sicurezza».

Donato Capece, segretario generale del Sappe,  giudica la condotta dei detenuti «irresponsabile e gravissima». E denuncia: «Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’amministrazione penitenziaria. Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria.  Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento. Come si può dunque sostenere che è terminata l’emergenza nelle carceri italiane?».

Quindi denuncia: «Non è un caso se, da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, gli eventi critici nelle carceri sono decuplicati. Davvero non comprendo come si possa aver avuto il coraggio, nella recente legge di modifica della legge penale e penitenziaria, di estendere ancora di più la vigilanza dinamica nelle carceri, che vorrà dire più caos e violenza nei penitenziari. Non ci si ostini a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto: gli agenti di polizia penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio – aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno, come dimostra quel che è accaduto nel carcere di Salerno».
 
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