Ruggi, morta a 37 anni
per un aneurisma
aperta un’inchiesta

Ruggi, morta a 37 anni per un aneurisma aperta un’inchiesta
di ​Petronilla Carillo
Mercoledì 28 Settembre 2016, 06:30 - Ultimo agg. 20:15
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Per la famiglia di Eleonora Russo, la commessa di 37 anni di Cava de’ Tirreni morta in Rianimazione all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, all’una e dieci di lunedì notte, dopo un intervento per un aneurisma cerebrale, qualcosa non è andato per il verso giusto: per loro ci sarebbero colpe mediche per quanto accaduto alla propria cara. Per questo motivo, subito dopo il decesso di Eleonora, hanno presentato denuncia in Procura e affidato il caso ad un legale di fiducia, l’avvocato Mario Valiante. Nel giro di poche ore il magistrato di turno, il sostituto procuratore Antonio Cantarella, dopo il sequestro della salma, ha affidato l’incarico peritale sulla 37enne iscrivendo il fascicolo al modello 44, solo per accertare eventuali responsabilità. L’autopsia eseguita nella giornata di ieri è stata affidata ad un perito di fiducia della Procura senza che ci sia al momento alcun iscritto sul registro degli indagati ma semplicemente per verificare se ci siano o meno responsabilità. All’esame ha ieri partecipato anche un perito nominato dalla famiglia, il medico-legale Antonio D’Ettore dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università Federico II di Napoli. 
Al termine dell’esame autoptico una parte del cervello di Eleonora è stato inviato all’Università La Sapienza di Roma per essere sottoposto ad ulteriori accertamenti. 
La giovane donna è stata ricoverata in ospedale il 15 settembre scorso dopo essere stata colta da forti mal di testa mentre era a lavoro in un negozio di Cava de’ Tirreni. Dopo gli accertamenti di rito, i medici hanno avuto il sospetto che la giovane donna potesse avere un aneurisma e così l’hanno portata in sala operatoria, il 16 settembre. Secondo quanto denunciato dalla famiglia, l’intervento non avrebbe avuto l’esito sperato tanto che la 37enne sarebbe stata sottoposta, dopo qualche ora, anche ad un secondo intervento neurochirurgico. 
Eleonora è uscita dalla sala operatoria in coma farmacologico proprio per tenere sotto controllo le sue attività cerebrali. Doveva essere un normale decorso post operatorio viste le sue condizioni cliniche. Infatti, in un primo momento, le sue condizioni apparivano stabili anche se non respirava autonomamente. All’improvviso, le condizioni sono peggiorate fino a quando il suo cuore non ha smesso di battere. Non riuscendo a respirare, i medici della Rianimazione hanno anche effettuato una tracheotomia che non ha avuto gli effetti sperati. 
Di qui la denuncia della famiglia che intende ora sapere qual è l’effettiva causa della morte di Eleonora: se è legata all’intervento all’aneurisma o ad altro e, soprattutto, se si è trattato di colpa medica o semplicemente del destino.
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