«Ruggi regno degli imbroglioni,
perché io non ci sto»

«Ruggi regno degli imbroglioni, perché io non ci sto»
di Sabino Russo
Mercoledì 29 Giugno 2016, 08:24 - Ultimo agg. 11:04
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«Non ci sto a essere equiparato a quei lavoratori che con la loro arrogante strafottenza hanno disonorato l’ospedale». Non si placano i veleni e la conflittualità all’interno del Ruggi dopo la raffica di avvisi di garanzia, oltre 700, del secondo filone sui presunti assenteisti. Il noto infettivologo Luigi Greco, attraverso una dura lettera aperta indirizzata ai vertici aziendali, esprime tutta la propria rabbia per il coinvolgimento nell’inchiesta della Procura, incassando la piena solidarietà di tutte le sigle sindacali, che sottoscrivono il contenuto della missiva.

«Non ci sto a dover servire da scudo per i pochi disonesti nell’ottica del tutti colpevoli nessun colpevole – recita la lettera – A dover venire in ospedale avvilito, umiliato e demotivato a compiere i miei doveri con il malato. A vedere strumentalizzata la malattia e la sofferenza da una politica sanitaria disumana. A essere indicato con disprezzo come sanitario di un sistema ospedale ove la quasi totalità degli operatori risulta assenteista e imbroglione». 

Nella missiva il medico non risparmia nessuno, dalle vecchie amministrazioni dell’azienda ospedaliera, fino all’attuale dirigenza. «Non ci sto a dover sentire che nel nostro ospedale esiste un apposito ufficio che organizza corsi di aggiornamento per la trasparenza e la prevenzione della corruzione quale improntitudine in un sistema di illegalità che è della classe dirigente e non della maggioranza di noi, da sempre bassa manovalanza, umili foderi di spade appese senza nessun potere decisionale – continua la missiva – Non siamo un centro correzionale, siamo un ospedale. Si sta tentando di distruggere l’efficienza dell’unico vero presidio per tutti i tipi di emergenza sanitaria del nostro territorio. Non possiamo essere passivi, recuperiamo il nostro orgoglio, fiduciosi di una giustizia che evidenzi i veri colpevoli di un ospedale degradato dalle incurie dei vertici». 

Infine l’invito a tutti i colleghi. «Siamo quasi tutti vecchi – conclude Greco – Per anni abbiamo condiviso scopi e obiettivi. Abbiamo alle spalle anni di lavoro espletato con dedizione e passione. Quel poco tempo che ci resta non distruggiamolo con l’inferno del presente. Restiamo uniti in un’unica convinzione: gli unici veri giudici del nostro operato sono i nostri malati».

Il medico, come detto, ha incassato il pieno appoggio delle sigle sindacali, che hanno sottoscritto, come detto, il contenuto della sua lettera.  «Tutto il coordinamento condivide il pensiero del dottore Greco – ha commentato Margaret Cittadino della Cgil – Tutti i medici e gli infermieri lo stimano per il suo operato professionale e umano nel corso di tutti questi anni. Parliamo di un infettivologo di fama nazionale. Non dimentichiamo che nei periodi di grande crisi è riuscito a umanizzare il reparto dell’Aids, perché prende a cuore i propri pazienti». 

Il timore delle parti sociali è che ora il professionista, a causa delle dure parole usate nella lettera, possa andare incontro all’avvio di un procedimento disciplinare: «Non ci pensassero a toccarlo per quello che ha scritto – ha tuonato la sindacalista – Il contenuto della missiva rappresenta quello che emotivamente pensano tutti i lavoratori onesti del Ruggi. Nell’ospedale, per resistere alla precedente amministrazione, tra regolamenti cervellotici e continui ricatti, ci voleva un’autoregolamentazione del basso, in un momento storico dove c’era un’organizzazione sadica nei confronti dei dipendenti e dei pazienti».
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