Salerno, la lady della droga condannata a 5 anni

Salerno, la lady della droga condannata a 5 anni
di Angela Trocini
Giovedì 3 Aprile 2014, 10:51
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SALERNO - Concorda la pena a cinque anni Angela Petringola, moglie del capoclan Ugo Corsini e suo braccio destro. Ieri, davanti al giudice dell’udienza preliminare Dolores Zarone che scioglier la riserva su tutte le posizioni il prossimo 18 aprile, accusa e difesa hanno trovato un accordo sulla pena da infliggere alla donna che condivideva con il coniuge l’attività di spaccio di hashish e cocaina a Salerno.

Questo fino all’arresto, a dicembre 2012, del pescivendolo salernitano. Poi sarebbe stata la s Petringola ad assumere la gestione diretta del sodalizio sotto le direttive che Corsini le impartiva dal carcere e riferendo allo stesso l’andamento degli “affari” durante i colloqui.

Nell’udienza di ieri il pubblico ministero antimafia Vincenzo Montemurro ha anche chiesto il rinvio a giudizio per otto dei dieci imputati che hanno deciso di affrontare il rito ordinario: Dario Cammarota, Raffaele Caramanno, Alfonso D’Amato, Vincenzo Della Monica, Moreno De Simone, Fortunato Furno, Gianluigi Leo, Danilo Rescigno e Shandor Yevheniy. Per Ciro De Nigris e Yuri Fumo il pm ha invece chiesto il proscioglimento.

Anche nella giornata di ieri ci sono state ulteriori richieste di riti alternativi: le prossime date per il prosieguo dell’udienza sono il 10 aprile quando si discuteranno le posizioni degli impuati che hanno chiesto il rito abbreviato (tra questi lo stesso Ugo Corsini) e il 18 aprile con i patteggiamenti. A quel punto il gup deciderà sui rinvii a giudizio e sulle condanne richieste per i riti alternativi. Ad alcuni imputati del gruppo, dediti principalmente allo spaccio di droga, sono contestate anche alcune rapine.

Secondo le accuse dell’antimafia di Salerno, nella direzione strategica dell’organizzazione - oltre a Corsini e alla moglie - c’era anche Paolo Oronzo Marseglia (figura molto attiva fino all’arresto di Claudio Capone che era uno dei corrieri che dalla provincia di Napoli trasportava la droga a Salerno) ed Emilio Ciaglia che si occupavano della commercializzazione della droga su tutto il territorio provinciale. Ciaglia, inoltre, aveva anche il compito al mantenimento in carcere dei detenuti organici alla consorteria criminale fornendo somme di denaro ai familiari degli stessi carcerati. C’erano poi fornitori della droga «stabili ed esclusivi» e i compiti di tutti i sodali del gruppo era ben definiti.

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