Salerno. «Io, rapinatore per dar da mangiare ai figli» e implora il gip: non fatemi perdere il lavoro

Salerno. «Io, rapinatore per dar da mangiare ai figli» e implora il gip: non fatemi perdere il lavoro
Mercoledì 24 Febbraio 2016, 09:41
3 Minuti di Lettura
«Sono tartassato dai debiti, ho due figli e a volte mi capita di non avere i soldi neanche per comprare da mangiare. Guadagno 1.046 euro al mese e non riesco a sostenere tutte le spese». Aldo Ciccarelli, uno dei due rapinatori che l'altro giorno tentò (senza riuscirvi) di svaligiare l'ufficio postale di Ogliara, ha confessato tutto e ha ammesso di essere stato lui ad organizzare la trasferta da Giugliano, in provincia di Napoli, a Salerno per tentare di racimolare qualcosa di denaro sufficiente ad arrivare a fine mese. Al prossimo stipendio, insomma. Al gip Piero Indinnimeo che lo ha interrogato assieme al suo complice in carcere, Ciccarelli ha raccontato la sua storia, quella vera. Una storia fatta di privazioni e disagio sociale. Ha dichiarato di aver convinto lui il suo amico Vincenzo Poziello Miraglia, carrozziere saltuario, ad accompagnarlo a Salerno, dove in passato aveva lavorato e dove, soprattutto, «nessuno ci poteva riconoscere».

Ma Ciccarelli, dipendente di una agenzia di riscossione dei tributi di Napoli, ha voluto precisare al gip: «vi prego, dotto' ... non mi fate perdere il posto di lavoro, solo questo mi resta... non saprei come fare». E poi ha aggiunto: «alla signora non abbiamo fatto nulla di male, l'abbiamo vista spaventata e le abbiamo dato anche un bicchiere d'acqua. Non abbiamo neanche tirato fuori la pistola». Una versione dei fatti che coincide in tutto con quanto accertato dai poliziotti della sezione Volanti, durante la ricostruzione dei fatti, e dal sostituto procuratore Elena Guarino titolare delle indagini quando hanno ascoltato anche la direttrice dell'ufficio postale. I due erano arrivati a Salerno con una pistola scacciacani che, di fatto, non hanno mai estratto. Il gip, una volta sentita la versione dei due rapinatori, ha deciso di convalidare l'arresto e di disporre per loro il regime degli arresti domiciliari in attesa di giudizio ma solo per evitare che ci potesse essere una reiterazione del reato. Ciccarelli, a suo carico, ha un precedente specifico che risale al 1991 e per il quale era già stato riabilitato. La scelta di venire a Salerno è stata dunque soltanto dettata dalla necessità di andare in luogo dove non potessero essere conosciuti.

E tutto sarebbe stato organizzato a stretto giro, proprio perché il tutto era dettato dalla necessità di racimolare qualcosina di denaro. La scelta di Ogliara perché era l'unico quartiere che Ciccarelli, 49 anni, conosceva. I fatti contestati ai due giuglianesi risalgono a lunedì scorso. Per gli investigatori quella tentata rapina, fallita nel momento stesso in cui la coppia aveva messo in atto la propria strategia, aveva avuto clamore di cronaca perché la quarta in sei giorni solo a Salerno. E con modalità preoccupanti visto che, per mettere in pratica il loro piano criminale, i due avevano sequestrato la direttrice. Un sequestro sul quale la stessa vittima, in sede di interrogatorio, aveva gettato acqua sul fuoco spiegando come i due si erano comportati da gentiluomini. I fatti. In pratica i due, giunti dinanzi all'ufficio postale alle 7.45, videro la donna che apriva l'ufficio, la presero sotto il braccio e la portarono dentro, chiedendole di disattivare l'allarme e aprire la cassaforte. Un passante, resosi conto che all'interno delle Poste vi era qualcosa che non andava, sentendo anche la donna urlare, ha allertato la centrale operativa della Questura di Salerno: in una manciata di secondi sono giunte sul posto le pattuglie della sezione Volanti, agli ordini del vicequestore Rossana Trimarco, che erano già in zona, impegnate in attività di prevenzione e controllo del territorio. Gli agenti hanno colto in flagranza i due rapinatori, impedendone la fuga.

pe. car.
© RIPRODUZIONE RISERVATA