Ladri a scuola, nuovo raid di notte
allarme e fuga: bottino magro

Ladri a scuola, nuovo raid di notte allarme e fuga: bottino magro
di Gianluca Sollazzo
Domenica 28 Maggio 2017, 08:00 - Ultimo agg. 09:30
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Tentano il colpo a scuola, ma riescono a portare via solo due tablet. È di nuovo allarme sicurezza per gli istituti scolastici del capoluogo. Ignoti si sono introdotti nella notte tra venerdì e sabato nella sede della scuola media Giovanni XXIII di Mercatello, appartenente al comprensivo Rita Levi Montalcini, portando via due tablet appena acquistati dalla preside Barbara Figliolia. I ladri hanno anche tentato di scassinare un distributore di bevande, forse per prelevare del denaro, ma non sono riusciti a completare la razzia. Il danno dell’ennesimo raid ad una scuola cittadina ammonta a poco più di mille euro. Ma tra il personale scolastico del comprensivo Montalcini monta una profonda preoccupazione. 

«Nella sfortuna siamo stati fortuna – dichiara la preside Figliolia – perché sono stati messi in fuga». Chi ha agito nella notte ha dovuto fare i conti infatti con l’attivazione del sistema antifurto, per fortuna ben funzionante all’interno del plesso di Mercatello dove i vandali entrarono in azione già tre anni fa. Era il 13 gennaio del 2014 quando una banda fece irruzione di notte nel plesso Giovanni XXII portando via una decina di apparecchiature informatiche e vandalizzando bagni e aule. Da quell’episodio la scuola guidata dalla Figliolia ha potenziato il sistema di allarme, anche se questo non è bastato a scongiurare una nuova irruzione. «Chi è entrato potrebbe essere un ladro non professionista – rivela la preside – la polizia ha effettuato i rilievi e sembra che ci siano buoni elementi ai fini dell’accertamento dei responsabili». Il sistema antifurto ha consentito alla scuola di difendersi. Senza l’attivazione dell’antifurto il bottino poteva essere più ghiotto per i ladri. Il plesso, come tante scuole cittadine, è dotato di diverse apparecchiature di valore. «È stata una fortuna nella sfortuna – ripete la preside – ma adesso siamo molto preoccupati, non vorremmo che sia un presagio di qualcosa di più grave. Confidiamo nelle forze dell’ordine affinché preservino il nostro patrimonio». 
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