Salerno, parentopoli in ospedale
«Assunti familiari dei sindacalisti»

Salerno, parentopoli in ospedale «Assunti familiari dei sindacalisti»
di ​Maria Rosaria Sica
Venerdì 21 Ottobre 2016, 23:26 - Ultimo agg. 23:47
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Parentopoli in ospedale, scoppia la polemica tra i sindacalisti. La novità è legata a una nuova cooperativa di servizi. La società cilentana giunta in ospedale da pochi giorni ha assunto diversi operatori parasanitari. Il contratto è a tempo determinato. Tra i neo assunti spiccano le mogli e i parenti di alcuni sindacalisti. Nella lista ci sono anche nipoti e familiari di impiegati sanitari. 

La vicenda non avrà risvolti penali ma ha creato grande imbarazzo tra gli operatori ospedalieri. A uscirne con le ossa rotte è soprattutto il mondo sindacale. «Sono proprio queste vicende che danneggiano il sindacato - afferma Rolando Scotillo, dirigente della Fials- Provo un sentimento di vergogna. Chi fa sindacato in maniera onesta e corretta viene danneggiato da chi fa sindacato privilegiando le raccomandazioni». 

Gli altri sindacalisti ebolitani, impegnati in ospedale a chiedere sconti sul parcheggio o sulla riapertura della mensa, non aprono bocca. Non reagiscono. Per loro la parentopoli non è un problema imbarazzante: «è un fenomeno che è sempre esistito. Lo fanno tutti, negli ospedali pubblici e privati». La dichiarazione è ovviamente anonima oltre che impacciata. «I raccomandati ci sono sempre stati» è il ritornello di altri sindacalisti che provano a giustificare privilegi e scorciatoie.

I malumori sono esplosi già da diversi giorni. Molti iscritti al sindacato minacciano di non rinnovare la tessera: «Paghiamo una quota mensile per far sistemare la moglie e la nipote di chi dovrebbe difendere i nostri diritti». Scotillo pone un problema di serietà e di attendibilità ai suoi colleghi sindacalisti: «Andare avanti così è difficile, fate un passo indietro, cambiate atteggiamento».  Chi per anni si è proclamato difensore dell’ospedale di Eboli oggi non batte ciglio. I redattori di retorici comunicati, di battaglie spesso formali, preferiscono il silenzio complice con i colleghi impegnati ad assumere mogli o parenti.

Se la cooperativa non lavora bene chi alzerà la voce? Chi verificherà la corretta assistenza ai pazienti? Appare improbabile che lo faccia il sindacalista impegnato a sistemare i familiari più che preoccuparsi dei servizi e dell’assistenza in ospedale. Appare improbabile, inoltre, che lo faccia un collega della stessa sigla sindacale.
La situazione è così imbarazzante che solo Scotillo ha condannato la parentopoli in ospedale. Gli altri hanno avuto una pesantissima e silenziosa giornata di lavoro. 

Gli altri sindacalisti, anche se non coinvolti nella parentopoli, hanno preferito non aprire bocca, scegliendo una posizione poco professionale. Dall’ospedale al Comune. Lo scenario non cambia. Pochi mesi fa, il fratello e la figlia di due consiglieri comunali di maggioranza sono stati assunti in una struttura ospedaliera privata. Anche in questo caso la raccomandazione potrebbe aver avuto il sopravvento sul merito. Uno dei due consiglieri comunali, in particolare, aveva firmato da pochi giorni un documento critico contro la giunta Cariello. Dopo l’assunzione del fratello non ha avuto più dubbi politici o riserve amministrative. Oltre la questione morale non ci sono addebiti da poter sollevare. Il mal costume di raccomandare i propri parenti è il marchio di fabbrica di molti politici. Dall’ospedale pubblico a quello privato, lo scenario si ripete per buona pace di chi da anni spera invano in una società meritocratica. 
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