Telefono Azzurro e Giffoni Film Festival contro il cyberbullismo

Telefono Azzurro e Giffoni Film Festival contro il cyberbullismo
Giovedì 20 Luglio 2017, 17:23
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Telefono Azzurro e Giffoni Film Festival: un binomio ormai indissolubile. Qui l’associazione festeggia le sue prime 30 candeline. L’8 giugno 1987, infatti, Ernesto Caffo fondò quello che oggi può considerarsi uno dei principali attori mondiali in tema di difesa dei diritti dei minori.

La presenza di Telefono Azzurro a Giffoni conferma ancora una volta la stretta collaborazione instaurata, che si fonda sulla volontà di condurre battaglie comuni su temi che violano i diritti di bambini e adolescenti. A testimonianza di ciò, il lancio del video sulla sicurezza in rete e sull’uso improprio del web. Un tema che viene trattato con ironia e irriverenza in una clip che vede protagonista la webstar Edoardo Mecca e alcuni bambini e adolescenti del Giffoni. La clip, pone una serie di domande, tra cui “perché c’è così tanto odio sui social”? “perché ogni volta che mangio volete che faccio una foto”? E ancora bambini che chiedono: “perché pubblicate tante mie foto senza chiederlo?”, perché al bar o al ristorante chattate invece di parlare tra di voi”?

La 47esima edizione della kermesse rappresenta una nuova occasione per discutere delle azioni di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, fenomeni che possono essere definiti come una vera e propria emergenza sociale: in riferimento alla sola parte emersa, Telefono Azzurro ha gestito nel 2016 una media di 1 caso al giorno tramite il team di operatori e psicologi operativi 24 ore su 24 alla linea d’ascolto gratuita 1.96.96 e la chat azzurro.it. «Il Giffoni Film Festival rappresenta un’occasione speciale, un laboratorio di idee, innovazione e coesione che è di grande stimolo per noi», ha commentato Ernesto Caffo, fondatore e presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria infantile. «Presentiamo una campagna che è utile a riflettere sul confine tra la vita reale e quella virtuale. Spesso i più piccoli diventano protagonisti inconsapevoli di materiale che finisce sul web, una pratica a cui è necessario porre immediatamente freno».
 
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