Truffa con i soldi dei migranti, indagato un prete: le indagini puntano sui centri della Caritas

Truffa con i soldi dei migranti, indagato un prete: le indagini puntano sui centri della Caritas
di Petronilla Carillo
Domenica 24 Maggio 2015, 19:51 - Ultimo agg. 25 Maggio, 08:56
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TEGGIANO - E' sempre il primo ad arrivare al porto di Salerno quando si tratta di accogliere i migranti. Don Vincenzo Federico, della Caritas diocesa di Teggiano, è ora indagato per peculato nell'ambito dell'inchiesta sulla truffa dei migranti avviata dalla procura di Napoli e che ha già portato in carcere Alfonso De Martino e Rosa Carnevale. Secondo il provvisorio capo di imputazione, non è contestata la mancata consegna dei ticket money agli immigrati (del valore di 2,50 euro al giorno) ma la spendita dei detti ticket money in schede telefoniche.

La sede Caritas sabato è stata sottoposta a perquisizione da parte dei finanzieri che hanno portato via gli elenchi dei migranti e anche tutta la contabilità.

In una nota, il suo legale, l'avvocato Renivaldo Lagreca, ricorda che "in tempi non sospetti fu proprio don Vincenzo Federico a segnalare al Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione l'inopportunità di procedere con la consegna dei ticket money perché, cito testualmente: tale situazione favorisce un mercato "illegale" dei poket money che vengono "tramutati" in contante trattenendo, da chi lo fa, una illecita provvigione (se mi dai il blocchetto che vale 75 euro ti do 50 euro in contanti) ".

È «verosimile» che alla Caritas di Teggiano Policastro, in provincia di Salerno, finissero parte dei guadagni illeciti realizzati sugli aiuti ai migranti da parte di Alfonso De Martino, il titolare della associazione onlus «Un'Ala di Riserva» arrestato ieri dalla Guardia di Finanza.

È quanto ipotizzano i magistrati titolari dell'inchiesta - il procuratore aggiunto di Napoli Vincenzo Piscitelli e i pm Raffaello Falcone e Ida Frongillo - che stanno svolgendo accertamenti anche sulle strutture di accoglienza gestite dalla Caritas salernitana.

L'ipotesi investigativa si fonda sul presunto traffico di pocket money (le piccole somme di denaro, 2,5 euro al giorno a ciascun migrante): De Martino si sarebbe impossessato di tali somme acquistando schede telefoniche presso la rivendita di cui è titolare la sua compagna (ben 582.248 pocket money, sottolineano gli inquirenti).

Parte di questi ticket provengono dalle strutture gestite dalla Caritas di Teggiano.

Ciò si basa su alcune dichiarazioni rese ai pm dallo stesso De Martino nel gennaio scorso. «Fui io a proporre a Fiore Marotta (collaboratore, spiega ai magistrati, della Caritas di Teggiano riconducibile al responsabile della Caritas Campania don Vincenzo Federico, ndr) di far convergere sulla mia edicola, qualora ne ravvisasse l'esigenza, i ticket che venivano riconosciuti ai loro ospiti in forza del contratto stipulato con la Regione Campania».

Ieri, nell'ambito di questa indagine, la sede della Caritas di Teggiano è stata perquisita dai finanzieri. I responsabili della Caritas risulterebbero indagati per peculato.

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