Truffa sulla cassa integrazione
dall'Agro al casertano: spuntano nuove ditte

Truffa sulla cassa integrazione dall'Agro al casertano: spuntano nuove ditte
di Nicola Sorrentino
Venerdì 30 Settembre 2016, 21:04
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Spuntano altre cinque ditte nell’indagine che la procura di Nocera Inferiore sta conducendo su un giro di truffe che avrebbe permesso a diversi lavoratori, e ai loro titolari, di percepire la cassa integrazione indebitamente. Venerdì scorso, i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria agli ordini del luogotenente Massimo Santaniello sono tornati negli uffici della Regione Campania. Nello specifico, presso la Direzione generale dell’ufficio Interventi al Mercato del Lavoro. Hanno portato via diversa documentazione, a seguito dei risultati di una consulenza tecnica che avrebbe permesso la scoperta di altre cinque ditte rispetto a quelle già attenzionate. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Cacciapuoti. Tutto ruota intorno all’erogazione indebita di "cassa integrazione guadagno" a favore di aziende "fantasma". Nel mese di luglio, furono 300 i lavoratori finiti sotto la lente d’ingrandimento, con un danno quantificato in diversi milioni di euro. Le sedi legali delle aziende interessate avevano la loro ubicazione a Nocera Inferiore (da qui è scattata la competenza territoriale), Castel Volturno e Casal di Principe. La prima fase dell’indagine portò al sequestro di carte e computer nei confronti di due funzionari degli uffici regionali, che non risultano indagati.

Le aziende sarebbero gestite da soggetti che provengono sia dall’area del casertano che dell’Agro nocerino, i quali a loro volta si avvalgono di commercialisti, consulenti del lavoro e sindacalisti. Il lavoro investigativo, scaturito da un accertamento di altra natura sull’Inps, si muove sull’ipotesi di una serie di ditte fasulle create ad hoc per beneficiare dei contributi previsti da un decreto regionale per le aziende in stato di crisi. I carabinieri hanno già sequestrato i verbali di accordi sindacali utili al riconoscimento del contributo economico. Verbali che una volta giunti in Regione, non sarebbero stati soggetti a nessuna verifica, con il diretto rilascio del contributo in soldi. La procura nocerina sospetta di una complicità tra funzionari regionali, sindacalisti e consulenti.
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