«Urlava e si disperava»: parla Ferdinando Giordano, ex GF, testimone dell'incidente di Diele

"Urlava e si disperava" parla Ferdinando Giordano, ex GF, testimone dell'incidente di Diele
"Urlava e si disperava" parla Ferdinando Giordano, ex GF, testimone dell'incidente di Diele
Domenica 25 Giugno 2017, 16:36 - Ultimo agg. 18:57
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"Si disperava e urlava, incredulo per quello che aveva fatto". Così l'attore Domenico Diele è apparso a Ferdinando Giordano, ex del Grande Fratello 11, il primo a transitare sul luogo dell'incidente provocato dall'attore che aveva, pochi attimi prima, investito e ucciso la 48enne Ilaria Dilillo. Nella notte tra venerdì e sabato, intorno alle due, Giordano stava rientrando a Salerno insieme con un amico.

Alla guida c'era proprio lui quando, a un centinaio di metri dallo svincolo autostradale di Montecorvino Pugliano, ha intravisto un corpo a terra. Era quello della signora Dilillo, tamponata mentre viaggiava a bordo del suo scooter dall'attore senese di origini, ma trapiantato da tempo a Roma, in zona per le riprese del film 'Una vita spericolata' del regista Marco Ponti. Diele, volto emergente del cinema e della fiction, ha recitato in diverse pellicole, tra cui 'Acab', e in numerose serie di successo della tv, come 'Don Matteo' e '1992' e '1993'. «Mi sono reso conto all'ultimo momento - racconta all'Ansa l'ex gieffino salernitano, noto al pubblico televisivo - che sull'asfalto c'era una persona. Quel tratto di strada non è ben illuminato e la signora era tutta vestita di nero, difficile vederla. Si scorgevano solo le mani e i piedi. Ho frenato bruscamente e ho accostato l'auto. Il mio primo pensiero è stato quello di evitare che le macchine la potessero investire e così segnalavo il pericolo aiutandomi con la torcia del cellulare. Non ho avuto subito il tempo di capire se fosse viva o meno. Dovevo proteggerla dalle auto in corsa. Intanto, sulla carreggiata, c'era questo ragazzo, Domenico, che urlava e si disperava. Non ho riconosciuto chi fosse, in quei momenti pensi ad altro. Vedevo solo che piangeva e diceva quasi tra sé e sé: 'Cosa ho fatto, ho fatto una cazzata'».

Poi, aggiunge ancora Giordano «a me sembrava disperato, diceva qualcosa, pare che si fosse distratto per colpa del cellulare. Dopo pochi minuti è arrivata la Polizia stradale di Eboli che si è attivata immediatamente. Non so se gli agenti fossero stati allertati da qualcuno o se si trovassero a passare di lì. In ogni caso, da quel momento in poi, Diele non ha detto più una parola. Mi sembrava come se fosse non solo sotto choc ma che si stesse iniziando a rendere conto di quello che era realmente accaduto». Subito dopo l'incidente, Diele è stato portato all'ospedale per gli accertamenti di rito ed è risultato positivo sia ai cannabinoidi che agli oppiacei. È anche emerso che Diele non potesse guidare, in quanto la sua patente era stata sospesa per un precedente problema di utilizzo di stupefacenti.

«Non era evidente - sottolinea ancora Ferdinando Giordano - che il giovane fosse sotto effetto di sostanze stupefacenti, perché era già visibilmente sconvolto per la tragedia appena successa. Prima dell'arrivo degli agenti, che hanno bloccato subito la strada mettendo in sicurezza l'area, ho controllato il polso della signora, ma già non si sentiva più. In quel frangente di tempo, sono riuscito a far sviare almeno tre, quattro macchine che stavano passando a velocità sostenuta. Un'auto di sette posti, con a bordo alcune persone di rientro da un matrimonio, si è fermata e sono scesi due medici i quali hanno prestato i soccorsi prima dell'arrivo dell'ambulanza. Da un'idea che mi sono fatto io, credo che il ragazzo guidasse ad alta velocità. Lo scooter della donna è rimasto incastrato dal lato del conducente, quasi sulla corsia di sorpasso, mentre il parabrezza dell'Audi A3 era sfondato come se la donna fosse sbalzata sopra per poi ricadere sull'asfalto. Credo che, considerato l'urto, la signora sia morta quasi nell'immediato, forse non si è neanche resa conto di quello che le stava accadendo. Sono ancora sconvolto da quello che ho visto. Ho ancora nella testa le immagini di quanto accaduto». 

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