Mai più pancia gonfia, arriva la dieta italiana che funziona scientificamente

Mai più pancia gonfia, arriva la dieta italiana che funziona scientificamente
di Antonio Caperna
Martedì 30 Giugno 2015, 08:48 - Ultimo agg. 2 Luglio, 13:38
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ROMA - Uno studio dimostra come una dieta personalizzata permetta miglioramenti sulla salute dei pazienti se si evitano determinati alimenti “Fodmap”, cioè ad alta capacità fermentativa. E i dati, presentati dal Enrico Stefano Corazziari (UOC Gastroenterologia A, Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche del La Sapienza di Roma, parlano di un 40% in meno di giorni di pancia gonfia dopo un mese di dieta.



Valore che cresce nel follow up, soprattutto per quanto riguarda la percezione del paziente. Una diminuzione del gonfiore del 50%, che, dopo 16 mesi, raggiunge il 66%. Inoltre il dolore addominale diminuisce del 40% già dopo un mese e la sua percezione è più che dimezzata anche dopo 16 mesi (-56,6%, contro il -10% della dieta dei controlli). Lo studio è stato condotto per circa 2 anni su persone con intestino irritabile anche se poi la dieta è consigliabile per tutti coloro che hanno problemi di pancia gonfia (il 20% della popolazione italiana, circa 12 milioni di persone), arrivando a comprometterne la qualità di vita per l'evidente problema estetico e per il fastidio e il dolore che può determinare (info: www.ciboedisturbiaddominali.it).











I cibi sul banco degli imputati sono quelli contenenti oligosaccaridi, come i legumi, alcune verdure (come carciofi, broccoli, aglio), frutti (cachi e anguria) e cereali (frumento e segale), alcuni elementi come fruttosio (mela, pere, pesche, mango), lattosio (latte e formaggi morbidi e freschi), e infine polioli, contenuti in frutta (ciliegie, susine), verdura (come cavolfiori, funghi) e dolcificanti (mannitolo, sorbitolo e xilitolo). »Nei soggetti predisposti, la fermentazione dei cibi determina un accumulo di gas che, insieme a un concomitante maggior afflusso di acqua, causano una distensione del lume intestinale. Questo, complice l'ipersensibilità che caratterizza tali soggetti, causa distensione e dolore addominale.