Addio a Mino Damato
il giornalista che amava le sfide

Mino Damato
Mino Damato
Domenica 18 Luglio 2010, 10:14 - Ultimo agg. 16 Agosto, 22:27
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ROMA (18 luglio) - morto venerd pomeriggio Mino Damato, popolare giornalista e conduttore tv. Era nato a Napoli nel 1937. Lo si appreso oggi dalla famiglia. Dopo l'esperienza nella carta stampata, Mino Damato era diventato inviato per la Rai, realizzando molti servizi per il Tg1 da zone di guerra, come la Cambogia, il Vietnam, l'Afghanistan da dove ha realizzato la prima diretta televisiva durante l'invasione sovietica.



Dagli anni Settanta agli anni Ottanta è stato autore e conduttore di trasmissioni come Avventura, Racconta la tua storia, In viaggio tra le stelle e ancora Tam Tam, Italia Sera, Domenica In... - programma di cui si ricorda una sua camminata a piedi scalzi sui carboni ardenti - e Esplorando.



Dal 1988 al 1990 ha ideato, realizzato e condotto Alla ricerca dell'Arca, trasmissione che ha ricevuto 3 Telegatti. Nel 1991 per Telemontecarlo ha ideato, realizzato e condotto, Incontri Televisivi con la direzione fotografica di Vittorio Storaro. Nel 1992 per Retequattro ha ideato, realizzato e condotto, Incontri sull'Arca con la direzione fotografica di Vittorio Storaro e la scenografia di Dante Ferretti.



La parentesi politica. Nel 1999 si candidò al Parlamento europeo nelle liste di Alleanza nazionale e fu il primo dei non eletti nella circoscrizione Centro. L'anno dopo per lo stesso partito venne eletto nel Consiglio regionale del Lazio ma poi passò al gruppo misto. Nel 2005 tentò nelle liste di Forza Italia ma non fu eletto. Alle comunali di Roma 2008 costituì una lista di sostegno a Rutelli. L'esperienza alla Regione Lazio fu piuttosto polemica per Damato. Indicato da Alleanza nazionale come capolista, risultò il primo degli eletti con migliaia di preferenze ma quando Francesco Storace nominò la giunta Damato rimase senza poltrona. Il giornalista protestò, gli venne offerta la presidenza della Commissione affari sociali ma preferì abbandonare An per passare nel gruppo misto. Anonima la sua presenza alla Pisana.



Assente da tempo dal piccolo schermo, negli ultimi anni si era impegnato nella lotta contro l'Aids e nel campo del volontariato e della solidarietà. Nel 1995 ha creato la Fondazione Bambini In Emergenza per occuparsi dei bambini abbandonati e malati di Aids, dopo aver adottato una bimba romena ammalata e morta nel 1996 a nove anni.



La famiglia: guardava sempre in alto. «Mino era un uomo che guardava in alto cercando la sua luna senza fare come quelli che si fissano il dito. Il suo sogno era quello di poter interpretare questo mondo scoprendone di nuovi, sia che fossero nello spazio - quello spazio da lui tanto amato e che simboleggiava il futuro e dunque la speranza -; sia che scavasse con gli occhi e con la coscienza nei drammi della storia contemporanea». È il ricordo dei familiari di Mino Damato.



Tra i drammi indagati da Damato, i familiari citano «quelli dell'assurdità delle guerre, che lui ha testimoniato in prima persona e quelli individuali che lo hanno portato a scegliere con amore assoluto la sorte dei bambini meno privilegiati. Si rispecchiava negli occhi di Andreia, la piccola romena, che, per una scelta non formale ma di cuore, diventò sua figlia e la cui breve esistenza illuminò la sua, anche quando gli occhi di Mino lasciavano trapelare la sua malinconia».



Damato, sottolinea ancora la famiglia, «ha molto vissuto da esploratore e pioniere mediatico, scientifico e anche politico e si è esposto al giudizio e alle critiche, spesso ingiuste, che vengono indirizzate solo a chi non vive di conformismo e banalità. Ha sempre indicato una strada davanti a sè. Non tutti hanno avuto il coraggio di seguirla. La sua solitudine è stata un segno distintivo di questi tempi aridi». «"Guardare oltre con coraggio, determinazione e passione" è l'esempio che ha lasciato a tutti noi. Qualunque sia la meta da raggiungere, anche quella più desiderata, ci sono viaggi che vorresti non finissero mai. Per Mino e per tutti quelli che gli vogliono bene questo viaggio non avrà mai fine».
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