Anoressia e bulimia già dalle elementari: ecco i sintomi che devono preoccupare

Anoressia e bulimia già dalle elementari: ecco i sintomi che devono preoccupare
Anoressia e bulimia già dalle elementari: ecco i sintomi che devono preoccupare
Venerdì 5 Maggio 2017, 17:13 - Ultimo agg. 18:10
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Anoressia e bulimia non sono solo un disturbo che nasce nel periodo dell'adolescenza, o più avanti con l'età, crescono i casi di bimbi che sviluppano i primi disturbi alimentari, e alcuni, già a 8 anni manifestano i segnali d'allarme, difficili da incanalare nelle 'vecchiè categorie e quindi da diagnosticare.

Un quadro descritto dalla Società italiana di pediatria, che al fenomeno ha dedicato ampi spazi nei suoi congressi nazionali, e a cui si aggiungono indagini preoccupanti sull'influenza dei modelli sociali, come quella realizzata lo scorso anno da Nutrimente Onlus, associazione per la prevenzione, la cura e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare, in occasione della Fashion Week 2016 di Milano.  A causa della continua esposizione a modelli filiformi - indica la ricerca - una ragazza su 2 (il 47%) corre un forte rischio emulazione, ovvero di sviluppare un'attenzione particolare al cibo e al corpo che può trasformarsi in un'ossessione. Il peso diventa così il parametro di valutazione del proprio valore personale.  Comportamenti sempre più precoci, come indica la letteratura scientifica internazionale degli ultimi anni. E in Italia il fenomeno è confermato anche dalla ricerca nazionale del ministero della Salute, condotta su un campione di 1.380 preadolescenti e adolescenti di età compresa tra 8 e 17 anni. Già in bambine di 8 anni sono stati individuati i disturbi più comuni, dall'anoressia alla bulimia, insieme a disordini alimentari più difficili da interpretare come la disfagia, cioè la difficoltà a deglutire, il selective eating (alimentazione selettiva) passando per il food avoidance emotional disorder (disturbo emotivo da evitamento del cibo). Ci sono però dei campanelli di allarme. «Tra gli 8 e i 10 anni c'è quella che potremmo definire 'età del sospettò, in cui si manifestano i primi segni del problema», spiega Giampaolo De Luca, della Società italiana di medicina dell'adolescenza.

«Se si riesce a intercettarli subito, i ragazzi recuperano - prosegue l'esperto - Questo è compito del pediatra, che con 4 semplici domande, (Ritieni che dovresti metterti a dieta? Quante diete hai fatto nell'ultimo anno? Ti senti insoddisfatto del peso del tuo corpo? Il peso influenza l'idea che hai di te stesso?), potrebbe individuare i casi sospetti e monitorarli nel tempo».  Anche per i genitori ci sono 'spiè da non sottovalutare, sottolinea De Luca. «Il genitore deve preoccuparsi se vede cambiare il comportamento dei figli - evidenzia - se nota ansia, oppure la tendenza a chiudersi in se stessi, se nascondono le cose che fanno. L'isolamento è un indizio, i ragazzi tendono a frequentare al massimo una sola persona. Mentre un'altra evidenza sono gli episodi di autolesionismo, come tagliarsi (spesso sulle braccia), che accompagnano i disturbi alimentari». Alcuni segnali vengono dal modo in cui si mangia, ad esempio lo sminuzzare il cibo in pezzi piccolissimi; la lentezza del pasto; l'esclusione di alcuni alimenti; l'iperattività fisica; l'assunzione di molta acqua; un uso frequente del bagno, specie dopo i pasti.

 «Non esiste una sola causa che spieghi l'origine sempre più precoce dei disturbi del comportamento alimentare - aggiunge De Luca - ma va prestata attenzione ad alcuni fattori che possono precederne l'insorgenza. Tra questi l'insoddisfazione per il proprio corpo, l'ambiente familiare (depressione materna, conflitto generazionale), il sovrappeso, la scarsa autostima. Esiste anche una suscettibilità genetica a tali disturbi».  Nel 63% dei casi, dicono le statistiche, questi problemi si presentano insieme a patologie psichiatriche come depressione e attacchi di panico. Il perfezionismo clinico, ha rilevato lo studio del ministero della Salute, è presente nel 75% dei casi di anoressia, e la presenza di eventi traumatici (in particolare abusi o molestie sessuali) è collegata all'esordio precoce di tali patologie nel 38 % dei casi. In Italia sono 2 milioni, complessivamente, i giovani interessati da questi disturbi. Solo il 10% chiede aiuto o ne parla con i genitori. Accanto ai problemi più noti sono in grande aumento il Binge Eating Disorder (disturbo da alimentazione incontrollata) e i cosiddetti Dca-Nas (non altrimenti specificati), ossia disturbi non classificabili nelle categorie tradizionali, che sono il 40% di tutti i disturbi alimentari. La guarigione, confermano le statistiche, è possibile: oggi la remissione a 5 anni dell'anoressia è del 66,8%, contro il 45% della bulimia. 
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