Kim Kardashian: lavoro duro,
ma non chiamatemi femminista

La regina dei social non perde occasione per mettersi a nudo. Parola d'ordine: libertà
La regina dei social non perde occasione per mettersi a nudo. Parola d'ordine: libertà
di Rachele Grandinetti
Venerdì 19 Agosto 2016, 15:14 - Ultimo agg. 22:26
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Non ama le etichette. Preferisce, invece, mettersi completamente a nudo, nel vero senso della parola. È per questo che Kim Kardashian delizia i followers con selfie che lasciano poco spazio all’immaginazione. Ma non solo. Perché Mrs contouring ha particolarmente a cuore le donne e, nei post, non perde occasione per condividere emozioni o dare qualche buon consiglio.
 

 


"Ci sono cose che mi riguardano - ha raccontato al web la regina dei social - che secondo la gente fanno di me una femminista: lavoro duro, faccio i miei soldi, mi sento a mio agio nella mia pelle, incoraggio le donne ad essere aperte e oneste circa la loro sessualità e ad abbracciare la bellezza e i corpi. Ma perché dobbiamo mettere le etichette sulle cose? Puoi essere repubblicano, democratico, bisessuale, plus-size, povero, criminale, madre, femminista. Sono un essere umano ed ho pensieri, sentimenti ed opinioni su un sacco di cose diverse”.

Si sfoga così la signora West sulla rete. Toglietele tutto, insomma, ma non la libertà di dire, di fare e mostrarsi. Ma, per quanto certe convenzioni le stiano strette, quando si tratta di donne e immagini non possono non entrare in gioco temi come la mercificazione del corpo e il femminismo. Se nel ’68 si lanciavano per aria i reggiseni in segno di protesta, nel 2016 il reggiseno è solo un lontano ricordo: “Non sono il tipo di ragazza libera-i-capezzoli. Non odiatemi, sono fatta così perché mi sento bene con me stessa”, continua Kim.

La star che ha costruito un impero in diretta tv, oggi siede sugli allori della celebrità grazie al lato B più famoso del mondo. Nonostante sui social, insieme ad apprezzamenti più o meno hot, si rincorrano anche pesanti critiche, la Kardashian non perde la vena social e continua a postare tutta la vita minuto per minuto. E quello 2.0 è l’unico gruppo nel quale si sente a suo agio; per il resto, dice lei, “essere raggruppati o etichettati crea separazione tra le persone. E non si tratta di essere un lui, una lei, un gay, un etero, un bianco o un nero. La lotta per l’uguaglianza è di tutti gli esseri umani perché tutti possano essere trattati nello stesso modo. Certo, femminista è qualcuno che si batte per i diritti civili a la libertà di tutte le persone. Anche io voglio tutte queste cose”. 

 

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