Lady Gaga bandita dalla Cina dopo l'incontro con il Dalai Lama

Lady Gaga bandita dalla Cina dopo l'incontro con il Dalai Lama
Martedì 28 Giugno 2016, 12:18 - Ultimo agg. 12:56
2 Minuti di Lettura
Lady Gaga è stata inserita nella black list del Partito comunista cinese dopo l'incontro avuto con il Dalai Lama. La cantante pop americana, che ha venduto più di 27 milioni di album, ha incontrato il leader spirituale tibetano in occasione della Conferenza americana dei sindaci che si è svolta ad Indianapolis e incentrata sui temi della compassione e della carità. In un video di 19 minuti pubblicato sull'account Facebook della pop star, si vede la coppia che parla di questioni come la meditazione, la salute mentale e il modo per decontaminare l'umanità. L'incontro ha tuttavia suscitato la reazione furiosa di Pechino, che considera il Dalai Lama un «lupo in abiti da monaco» . In esilio dal marzo 1959, il leader spirituale insiste nel dire che è semplicemente alla ricerca di una maggiore autonomia dei tibetani dal dominio cinese. Ma le autorità di Pechino lo considerano un separatista che cospira per dividere la regione himalayana dalla Cina al fine di stabilire un dominio teocratico.

Secondo quanto riporta il quotidiano di Hong Kong Apple Daily, a seguito dell'incontro il dipartimento di propaganda del Partito comunista ha diffuso «un'istruzione importante» che vieta tutto il repertorio di Lady Gaga nella Cina continentale.
Mentre ai siti web cinesi e e a tutti i media è stato ordinato di fermare l'uploading e la distribuzione delle sue canzoni. Il dipartimento della Propaganda ha anche emesso l'ordine che le agenzie di stampa controllate dal partito, come la televisione di stato CCTV, i quotidiani popolare ed il Global Times, condannino l'incontro. La Cina ha già vietato l'esibizione di diversi artisti e gruppi come Maroon 5, Bjork e Oasis dopo aver incontrato il Dalai Lama, aver parlato a favore suo o dell'indipendenza del Tibet. Dal canto suo Lady Gaga, che secondo alcuni sapeva come avrebbe reagito Pechino, non ha ancora commentato il divieto imposto dalle autorità cinesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA