Totò, la storia delle spalle comiche
e le loro battute più esilaranti

Totò, la storia delle spalle comiche e le loro battute più esilaranti
di Giovanni Luca Montanino
Martedì 24 Maggio 2016, 11:12 - Ultimo agg. 14:07
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Più che spalle comiche, attori coprotagonisti, comprimari, o – se preferite – partner storici. “Totò e Peppino”, “Totò e Fabrizi” e molti altri. Antonio De Curtis, senza di loro, sarebbe diventato comunque il principe della risata (c’è da scommetterlo), ma il pubblico avrebbe rinunciato a duetti esilaranti e scambi di battute memorabili, entrati oggi nel linguaggio comune.

Peppino De Filippo


Dopo il clamoroso litigio col fratello Eduardo, Peppino iniziò accanto a Totò una nuova e luminosa fase della propria carriera artistica, specialmente al cinema. Numerosi i capolavori impressi nei cuori del pubblico: tra questi, sicuramente Totò, Peppino e La Malafemmina (di Camillo Mastrocinque, 1956). Di vero e proprio culto, ormai, le scene in cui i fratelli Caponi, giunti a Milano in cerca del nipote Gianni, chiedono indicazioni stradali a un vigile («Nojo vulavàm savuàr l’indiriss») oppure, in una camera d’albergo, scrivono la famosa lettera alla soubrette Marisa Florian per convincerla a rinunciare al suo amore («Punto. Due punti, punto e virgola… meglio abbondare»).

Mario Castellani


Truffatore ne L’Imperatore di Capri; onorevole ne Un Turco Napoletano; marito geloso ne Il Medico dei Pazzi. In vent’anni di carriera, Mario Castellani ha interpretato decine di film accanto al suo storico partner, il principe della risata. Maschere diverse, ma accomunate dalla signorilità dell’interprete: sempre ironico e sottile, ideale contrappeso per la vulcanica comicità di Totò. Tra i personaggi di Castellani non si può dimenticare l’onorevole Cosimo Trombetta in Totò a Colori (di Steno, 1952). Il compositore Scannagatti (interpretato dal De Curtis) lo incontra in treno verso Milano, nel vagone letto: un susseguirsi di equivoci trascinerà i due in battibecchi esilaranti («Io ho conosciuto quel trombone di suo padre»).

Nino Taranto

Stella della rivista e del varietà, Taranto raggiunge la popolarità al cinema prima grazie al sodalizio con Totò e poi anche ai cosiddetti musicarelli (per esempio quelli con protagonista Gianni Morandi). Lo ricordiamo in diversi e spassosi ruoli, per esempio Tarantenkamen in Totò contro Maciste, il sergente Quaglia ne I Due Colonnelli, o ancora il marchese don Egidio ne Il Monaco di Monza. Forse, quello cui il pubblico è più affezionato è il personaggio di Camillo in Totò Truffa ’62 (di Camillo Mastrocinque, 1961). Nella pellicola, Taranto è il fedele complice di Peluffo (Totò), un simpatico furfante che vive di espedienti e raggiri per assicurare alla figlia la migliore istruzione in un collegio privato.

Erminio Macario


La maschera di Torino per eccellenza, meglio nota come Macario, recitò accanto a Totò in pellicole fortunate come Il Monaco di Monza, Totò Sexy e Totò contro i Quattro. Ne Il Monaco di Monza (Sergio Corbucci, 1963), l’attore interpreta Mamozio, pastore e mendicante che si finge monaco insieme a Pasquale Cicciacalda (Totò) e ai suoi dodici figli per elemosinare cibo e carità. Esilaranti le sequenze in cui Totò e Macario, rispettivamente fra Pasquale da Casoria e fra Mamozio, cercano di sfuggire alla furia vendicatrice del marchese don Egidio (interpretato da Nino Taranto), nelle segrete del suo castello.

Aldo Fabrizi

Così come Totò è il simbolo della comicità e della cultura partenopea, Fabrizi è una bandiera per Roma. La sua “ingombrante” presenza scenica (non solo in senso fisico) ha impreziosito capolavori teatrali e cinematografici, rendendosi protagonista delle più belle pagine del varietà nostrano. Accanto al principe De Curtis, Fabrizi ha recitato (per esempio) in Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi (di Mario Mattoli, 1960). Nella pellicola i due comici sono il dovizioso cavalier Antonio Cocozza («dell’omonima pasticceria») e il modesto ragionier D’Amore, archetipi maschili diametralmente opposti che fino all’ultimo si opporranno all’amore tra i loro figli Carlo e Gabriella pur di non diventare consuoceri.
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