Valentina Stella mai vista prima: «Donne, fate più figli e meno carriera»

Valentina Stella mai vista prima: «Donne, fate più figli e meno carriera»
di Francesca Cicatelli
Lunedì 26 Giugno 2017, 19:06
5 Minuti di Lettura

Ennesima di 20 figli, Immacolata Iorio meglio nota come Valentina Stella è orgogliosa di essere la sorella di Teresa Iorio vincitrice del XIV trofeo Caputo, il campionato mondiale dei pizzaioli. La loro vita è proprio come un impasto della pizza: «Siamo lievitate attraverso tante sofferenze diventando qualcosa di meraviglioso che auguriamo a tutti».
 


Le due sorelle sono l'espressione dell'amore nel senso più universale del termine: nella loro famiglia tutti si baciano sulle labbra, sono carnali, viscerali e darebbero l'anima l'una per l'altra. Riconoscono il valore del sacrificio, del partire dal basso, della rinuncia e della condivisione: «Indossavamo i panni dei nostri fratelli - raccontano durante il Napoli Pizza Village - anche se maschili". Nella famiglia Iorio due cose sembrano genetiche: la musica, (il padre è stato uno degli ultimi maestri di posteggia prima di diventare pizzaiolo) e l'arte bianca, trasmessa ai 19 figli. L'unica che invece non ne ha voluto saperne di entrare in cucina è Valentina che per fratelli e sorelle "è un perno, ci ha aiutato e ci aiuta anche economicamente, tra enormi privazioni». Ma non è tutto rose e fiori. Svelano i disagi oltre ai pregi di essere una famiglia eccessivamente numerosa.

Famiglia numerosa, funziona?
«Con gli anni si dimenticano le difficoltà ma non è facile vivere in una famiglia numerosa».

Cosa mancava?
«I nostri genitori ci hanno amato follemente, ci baciavamo pure in bocca e allo stesso modo ci odiavamo a morte, come tutti i grandi rapporti. Nostro padre aveva 14 figli dalla prima moglie che poi morì sposando così nostra madre: lui 39 anni, lei 18. Nostra madre è stata come una nostra sorella e mia madre amava tutti in modo uguale, pur facendo credere a ciascuno di essere il preferito».

Capitava di sentirsi trascurati ?
«Nostro padre una volta andò al Comune per un certificato di nascita ma dimenticò le date di nascita».

Com'è stato affrancarsi da una famiglia che ha una tradizione di pizzaioli?
«Ha anche una tradizione di canto. Nostro padre è stato uno degli ultimi maestri di posteggia napoletana, cantavo con lui. Ci ha insegnato a cavarcela in tutto».

E avere una sorella campionessa di pizza?
«Alle spalle c'è sempre qualcuno che ti vuole bene. E mia sorella ha amato e lottato per arrivare dov'è».

Bisogna partire dal basso per sentire l'ardore per arrivare in alto?
«È come quando si nasce o si legge un libro, bisogna procedere per tappe per capire il senso. La base di tutto è la semplicità. E se ami il lavoro, la famiglia e la vita non perdi mai, vinci sempre».

Vorreste cambiare qualcosa della vita passata?
«No perché altrimenti non saremmo qui: stiamo bene e non è da tutti. Ci divertiamo insieme. Da piccoli ci facevamo i dispetti, come legare i piedi con la calzamaglia durante il sonno: al mattino inciampavamo oppure  ci ubriacammo di Strega quando i nostri genitori erano fuori o ancora  ci svegliavamo di notte per giocare a carte».

Si è perso il valore della famiglia?
«No c'è ancora, vediamo anche molte famiglia numerose».

Quindi non è vero parenti serpenti?
«No, parenti serpenti solo se hai un animo cattivo, qualcosa che non va. A noi hanno insegnato ad amarci. Certo abbiamo i nostri difetti ma chi può sopportarci più dei cari?».

Quando si è in tanti si è costretti a dividere le cose, non si avverte il senso del possesso?
«Ci siamo vestiti anche da maschietti con i panni di nostro fratello Carmine, non abbiamo il senso del possesso. Ci siamo sempre accontentati, quindi siamo abituati, aspettavamo la befana per scoprire chi era il più cattivo, privandoci del carbone della calza per far apparire gli altri più monelli».

Ma andate d'accordo tutti ?
«Certo, ci critichiamo a vicenda anche alle spalle ma poi ci amiamo e ci siamo sempre, Ci tiene vivi litigare e abbiamo l'umiltà: possiamo dirci qualsiasi cosa. Poi Valentina ha aiutato tutti, andava a cantare e fronteggiava spese per noi. A Napoli è così: chi tiene dà. Ma spesso in famiglia c'è il concetto che chi presta i soldi non ha bisogno di averli indietro e prima soffrivo questa cosa, ora non più».

Suggerite di formare famiglie numerose?
«Sì, anche se ora è difficile fare tanti figli, prima si accontentavano di più, ora i bimbi escono già con i vizi».

La donna oggi quindi dovrebbe recuperare il suo ruolo, la sua funzione di madre prima che di donna in carriera?
«Oggi appare come una cosa strana ma la donna è nata per fare figli e ne ha sempre partoriti tanti.
Fare figli significa averci lasciato tracce d'amore, essersi amati tanto e poi fa bene cambia il sangue. Se si pensa solo alla carriera a 40 anni si resta a guardare i video della carriera e nulla più».

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