Metti una sera un invito a cena... al buio
spopola a Barcellona il nuovo ristorante

Il ristorante Dans le Noir di Barcellona
Il ristorante Dans le Noir di Barcellona
di Paola Del Vecchio
Venerdì 19 Agosto 2016, 20:24
3 Minuti di Lettura
Metti una sera una cena... al buio. «Più di un ristorante, un'esperienza umana e sensoriale», avverte la scritta all'entrata di Dans le Noir, al numero 10 del Paseo Picasso, a Barcellona. Ed è l'ultima cosa che vedi prima di immergerti in un'avventura originale e sorprendente: scoprire nuovi aromi e sapori e degustare vini nell'oscurità più totale. Una sfida per quanti sono alla ricerca di nuove emozioni anche se, avvertono i promotori, i maliziosi resteranno delusi, perchè non c'è alcun intento sensuale né sessuale, anche se al buio qualche gaffe per un'involontaria 'manita' ci scappa sempre.

«Il nostro personale di sala, i nostri camerieri sono ciechi. Così proponiamo un cambio di ruoli: nell'oscurità siamo noi a passare nel loro territorio e a lasciare che ci facciano da guida. Dobbiamo riporre in loro la fiducia, come i non vedenti sono abituati a fare quando ci chiedono aiuto», spiega lo chef-direttore Adriá Subirana. Naturalmente si tratta di acuire tutti gli altri sensi, a parte la vista. Ma ti rendi conto di quanto l'occhio voglia la sua parte e quanto sia importante per esaltare il gusto, soprattutto quando non riesci a distinguere nemmeno fra una 'chuleta', una bistecca, di pollo o di manzo. Anche se gli anfitrioni ti rassicurano ricordando che perfino i più grandi sommelier, a occhi bendati, fanno fatica a discernere un vino bianco da uno rosso o rosato.

Da un lustro a Barcellona, Dans le Noir fa parte di quella che è ormai una catena di ristoranti nata un decennio fa a Parigi, Londra, poi approdata a San Pietroburgo e di recente a Nairobi. A partire dall'idea avuta da Eduard de Broglie, esperto in innovazione e responsabilità sociale, che ha avviato l'esperienza pilota, unendo i suoi sforzi a quelli dell'associazione 'Paul Guinot', per impiegare un alto numero di non vedenti. Il ristorante della città di Gaudì ha stretto un accordo con l'associazione nazionale spagnola per i ciechi, la Once, per la formazione del personale.
Il viaggio a occhi chiusi nel gusto comincia alla luce della reception, dove i clienti possono scegliere solo il tipo di menù - uno completo di dessert, con una o due portate, antipasto e due o tre bichieri di vino a sorpresa, e segnalare eventuali allergie alimentari - perchè di questo si tratta, di una cena al buio.

«Qui dimostriamo che il gusto è determinato dalla vista e il cliente deve indovinare cosa sta mangiando, potenziando il resto dei sensi», assicura Subirana. Poi, quando i commensali sono pronti, si mettono in fila indiana e, una mano sulla spalla dell'altro, sono guidati dal cameriere al proprio tavolo, nell'oscurità assoluta. Ed è quando comincia l'avventura, perchè non esistono tavoli individuali e anche i commensali soli si siedono accanto a scunosciuti, che non vedono, ma con i quali scambiano impressioni, conversazioni e molte risate. Soprattutto per le mani nei piatti dei tanti che tentano di identificare la pietanza che stanno mangiando dalla tessitura, spesso senza riuscirvi, perchè i menù includono cucina mediterranea, con un pizzico di quella asiatica o latina, passando per l'influenza francese e catalana. Comunque i prodotti freschi e le verdure organiche sono assicurate, anche se l'aspetto gastronomico non è certo il più sorprendente.

«La strategia della nostra cucina è di migliorare i vostri sensi al buio e di suddividere i sapori del vostro piatto secondo un'organizzazione pedagogica e stimolante. Cerchiamo di rendere la vostra esperienza sensoriale la più completa e interessante possibile», promettono a Dans le Noir. E, per quanto perduti nelle tenebre, c'è da credergli.






 
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