Dal «pugno» al «bacio», il cioccolato
va in boutique e fa bene alla linea

Dal «pugno» al «bacio», il cioccolato va in boutique e fa bene alla linea
di Francesca Cicatelli
Sabato 12 Novembre 2016, 00:03 - Ultimo agg. 09:57
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E a pensare che in origine era un "pugno" di certo non avrebbe fatto innamorare. Il Bacio perugina “va in boutique" a Napoli, per festeggiare la sua creatrice Luisa Spagnoli che nel 1922 inventò il cioccolatino dell'amore, recuperando gli scarti di nocciole prodotti dalla lavorazione dolciaria che le ispirarono la forma bombata in sommità come un piccolo pugno chiuso.


“Cazzotto” era il nome datogli dalla sua creatrice ma le venne subito fatto notare da Giovanni Buitoni, figlio del suo socio, nonché amato, che non era affatto cortese chiedere a una donna “vuole un cazzotto?”, meglio un romantico, “desidera un Bacio?”. Da qui la leggenda del cioccolatino più popolare al mondo che ha sullo sfondo la storia d’amore tra Luisa e Giovanni Buitoni, nonostante la differenza di età, lei 46 anni lui 34. Fu un amore vero, di quelli che durano tutta la vita, anche se vissuto con riservatezza se non fosse per il carteggio che i due si scambiavano e da cui oggi i famosi bigliettini.


 


Così per festeggiare l'amore e la creatività di Luisa Spagnoli anche le vetrine dello store a Napoli ha assunto un'atmosfera vintage personalizzata con le sembianze di una pasticceria d’epoca, in cui il maestro cioccolatiere Alberto Farinelli ha creato e spiegato, passo dopo passo, le creazioni tradizionali. La creatività dei due brand non si arresta e l'azienda Luisa Spagnoli giunta alla quarta generazione continua a ispirare il mondo del food, così da mettere d'accordo moda, forma e cibo, spesso inconciliabili.

 La ricercatezza, la qualità delle materie prime, la cura dei particolari, la costante dedizione sono le qualità che accomunano Perugina, simbolo del cioccolato italiano, e Luisa Spagnoli, il brand di abbigliamento che prende il proprio nome dalla sua fondatrice. Una storia che inizia nel centro di Perugia, agli inizi del '900. Per celebrare l’estro di questa donna straordinaria la casa di moda e l’azienda dolciaria si sono unite in un progetto comune sfociato in un evento a tappe giunto appunto anche a Napoli e che porterà le dolci creazioni della fondatrice all’interno di alcuni flagship store Luisa Spagnoli italiani e in un’edizione speciale di praline “Perugina - fantasia italiana di Luisa”, in vendita da ottobre nelle migliori pasticcerie del nostro paese.


Le nuove confezioni “Perugina - fantasia italiana di Luisa” offrono il meglio dei cioccolatini Perugina, nati dalle ricette di Luisa Spagnoli e con una storia tutta da raccontare, proposti in un packaging speciale sviluppato dalla collaborazione con la direzione creativa del brand Luisa Spagnoli.
Il  packaging in latta, di forma quadrata e rotonda, ricorda le confezioni vintage di dolci e raffigura sul coperchio un’illustrazione a colori ispirata a un bozzetto dell’archivio storico della maison di moda. Il disegno riproduce un autentico modello di abbigliamento anni ’50, un abito a pois, e sullo sfondo Piazza IV Novembre a Perugia, con uno dei principali monumenti della città: Fontana Maggiore, da cui sgorga cioccolato al posto dell’acqua.



L’assortimento “Perugina - fantasia italiana di Luisa” include Liù, un cioccolatino che porta il nome con cui Giovanni Buitoni, figlio di uno dei quattro soci fondatori di Perugina, apostrofava amorevolmente Luisa, Dimmi di sì, altra creazione ispirata alle schermaglie amorose tra Luisa e Giovanni, Grifo Luisa Fondente 70% e gli immancabili Baci Perugina. Coraggiosa, piena di passioni e dotata di uno straordinario fiuto per gli affari, l'imprenditrice, che era anche una grande amante degli animali, aveva aperto un allevamento di conigli d’angora e i suoi capi nacquero per caso: pettinando uno dei conigli si accorse che i peli venivano via con facilità, così le venne l'idea di ricavarne scialli e indumenti alla moda. I filati d’angora provenienti dall’allevamento Spagnoli erano di qualità pregiata in quanto i conigli non venivano uccisi né tosati ma pettinati continuamente con amorevole.
 

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